Le ex Capitali in bici Inaugurata la ciclovia

È stata un'inaugurazione a pedali quella della ciclovia tra Bergamo e Brescia, uno dei principali lasciti della Capitale della Cultura 2023. Nella giornata di ieri due delegazioni composte da alcuni dei 28 sindaci dei paesi attraversati dal collegamento hanno percorso l'itinerario: da piazza della Loggia di Brescia è partito il corteo capeggiato dal primo cittadino della Leonessa Laura Castelletti; da piazza della Cittadella di Città Alta è scattata la rappresentanza bergamasca, alla testa della quale c'erano il primo cittadino Giorgio Gori e Paolo Alessio, consigliere delegato della Provincia.

Punto di incontro Paratico, confine tra le due province, dove al Parco delle Erbe Danzanti il governatore Attilio Fontana ha assistito al taglio del nastro di un'opera che, nei suoi 75 chilometri, collega alcuni dei siti ambientali e storici più importanti delle due province: dalle Torbiere del Sebino al Parco del Serio, dai borghi storici di Bagnatica e Costa di Mezzate a quelli della Franciacorta, passando per il lungolago di Iseo e il Parco dell'Oglio. In tutto sono 800 i siti di interesse storico-culturale toccati dalla ciclovia, che attraverserà tre parchi regionali, tre parchi di interesse sovracomunale, tre siti patrimoni dell'Unesco e una riserva naturale. Non sono da meno i due «estremi» del percorso: il centro Piacentiano, con i suoi itinerari verso Città Alta e il Parco dei Colli, e piazza della Loggia, fulcro del centro storico di Brescia.

«Le difficoltà non sono mancate - ammette il sindaco Gori prima di montare in sella -. Il consorzio Poliedera del Politecnico di Milano, che ha realizzato il progetto, ha dovuto individuare i percorsi già esistenti, capire come collegarli e armonizzarli; un'impresa non da poco visto che il tracciato parte da due contesti urbani e si snoda lungo l'hinterland e il contesto lacustre». Il risultato è un mix di tracciati ciclabili veri e propri, di cui 12 chilometri di nuova realizzazione (otto dei quali in provincia di Bergamo), marciapiedi «allargati» (con commistione tra pedoni e ciclisti) e strade secondarie, dove il traffico automobilistico è ridotto e in cui è stato possibile predisporre corsie ciclabili con segnaletica orizzontale.

«Molti dei 75 chilometri erano già presenti, la difficoltà è stata interconnettere i singoli tratti, migliorandone segnaletica e pavimentazione - spiega il progettista del Politecnico di Milano Christian Novak -. In tutto sono stati rifatti 30 chilometri di piste ciclabili, di cui una dozzina da zero; anche in provincia di Brescia, dove il progetto era in stato avanzato, abbiamo messo in sicurezza 300 intersezioni, anche per agevolare gli interscambi con altri 17 anelli culturali che portano il chilometraggio dell'intero progetto a oltre 170 chilometri». «Questa pedalata non sarà la chiusura del cerchio - aggiunge il primo cittadino di Bergamo -. Nel giro di un anno, la segnaletica della ciclovia sarà arricchita con opere di land art in grado di enfatizzare il significato storico-artistico del tracciato». E ci si aspetta che, con i ciclisti, aumentino anche i servizi per chi pedala: al momento il tragitto vanta cinque punti di ricarica e-bike e altrettante aree di sosta attrezzate, ma saranno necessari bar, piccole officine e punti ristoro, come accaduto in Val Venosta o, in chiave orobica, sulla ciclabile della Val Brembana.

«L'indotto previsto è di almeno 20 milioni di euro l'anno», quantifica Gori, scommettendo su un fenomeno, quello delle biciclette a pedalata assistita, che sta allargando la platea dei pedalatori dando una scossa al cicloturismo italiano.