Ancora una volta, i vertici del polmone verde metropolitano si trovano a fare appello ai fruitori e agli amanti dell'ambiente: anche se si pensa di aiutare gli esemplari, questi non vanno toccati. Dopo il caso della civetta, soccorsa per sbaglio, mettendola in serio rischio, stavolta i protagonisti di un intervento - andato parzialmente a buon fine - sono alcuni pipistrelli, ritrovati per terra da una coppia. «Per caso due attenti cittadini amanti della natura hanno notato due macchie nere: si sono avvicinati e hanno visto che si trattava di due pipistrelli in difficoltà e hanno chiamato immediatamente il numero d'emergenza della vigilanza del Parco - raccontano gli addetti del Parco Nord Milano -. Nello stesso punto del ritrovamento c'erano anche due piccoli della stessa specie, purtroppo però morti».
Ricostruendo l'antefatto del ritrovamento, si ritiene che siano caduti, o siano stati fatti cadere, da un punto sopraelevato riconducibile al sottotetto di una casa. Probabilmente sono planati sulla strada a seguito di alcuni lavori. Per fortuna la coppia si è accorta della presenza di questi animali e ha fatto sì che potessero ricevere le adeguate e immediate cure.
Alla chiamata ha risposto il servizio di vigilanza del Parco Nord Milano, ufficio Guardiaparco e gev, che ha accolto i due pipistrelli, per procedere alla loro identificazione e rilevamento di eventuali ferite o danni. «Gli animali apparivano disidratati ma attivi, sono stati identificati come la specie Pipistrello di Savi. Sono stati idratati e alimentati correttamente, anche con il supporto dei ragazzi del servizio civile universale, e una volta raggiunta la condizione idonea alla loro liberazione sono stati riportati con successo in natura».
L'episodio è servito per ricordare che gli animali selvatici non vanno toccati né portati via dal loro ambiente. «Questa storia ci dà lo spunto per avere informazioni in più sui chirotteri, ovvero i pipistrelli, mammiferi crepuscolari notturni dalle grandi strategie di volo e di caccia, che possiamo trovare anche molto vicino a noi. Appartengono alle specie particolarmente protette per legge nazionale. Con un intervento non adeguato i rischi sono quelli di arrecare danni alimentari e di farli abituare al contatto umano, condizioni che li condannerebbe all'incapacità di sopravvivere in natura».