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Il lago ciclabile

Dal sogno alla realtà - la ciclovia del Bogn un progetto concreto

( 10 Luglio 2023 )

La geniale passerella dell'artista Christo esaltò, per 16 giorni tra giugno e luglio del 2016, la grande bellezza del piccolo lago d'Iseo. Camminare sui moli galleggianti è stato un viaggio di lusso alla portata di tutti, rischiarava la mente e confortava il cuore. La più recente tragedia del Covid ha suggerito come l'inquinamento subito da decenni, anche per colpa del traffico automobilistico, ci abbia resi più fragili di fronte a un nuovo virus. Ci eravamo riproposti di cambiare la mobilità con più spostamenti in bicicletta e limitazioni al traffico. La cronaca ci mostra come l'auto privata sia diventata ancor più il mezzo dominante, mentre i ciclisti, purtroppo, sono vittime della strada come mai prima d'ora.

Non solo. Si torna a parlare di nuove strade e autostrade, quando si dovrebbe puntare sulle ferrovie e sul trasporto pubblico per accelerare la sempre più urgente decarbonizzazione. Da una crisi come quella della pandemia si esce migliori o peggiori, ammonì Papa Francesco nei giorni più bui. Abbiamo ripreso la via del vecchio modello di sviluppo.

La strada della sponda bergamasca del lago d'Iseo può proporsi come un esempio di quale sia, invece, l'alternativa da intraprendere senza indugio. Il sogno è poterla percorrere tutta a piedi o in bicicletta, almeno nei fine settimana estivi. Intanto un progetto concreto è già sul tavolo, la ciclovia del Bogn, che prevede l'uso ciclabile sicuro della Sebina occidentale tra Riva di Solto e Castro. Ce lo spiega l'ideatore, Dario Furlanetto, biologo e tecnico ambientale, inventore della ciclovia dell'Oglio dal Tonale al Po, già direttore dei parchi regionali del Ticino e dell'Adamello ed ex presidente di Italia Nostra Vallecamonica. «Il nuovo codice della strada permette di creare velocemente ciclovie. Con una spesa bassissima. Basta imporre il limite di velocità di 30 all'ora, già presente in cinque dei sei chilometri della strada interessata; posare un'adeguata segnaletica orizzontale e verticale a tutela dei ciclisti e dei pedoni; attivare sistemi di controllo all'ingresso e all'uscita per monitorare la velocità dei mezzi motorizzati. I residenti fuori dai centri abitati si contano sulle dita di una mano. C'è la strada alternativa da Solto Collina a Lovere passando per Endine, già usata dal traffico pesante: sono undici chilometri anziché sei ma è più sicura. Quel tratto di rivierasca è impegnativo, perché molto angusto. Vi sono accaduti molti incidenti».

Si può abbassare il livello di rischio con la Zona 30 nei giorni feriali, lo stop al traffico il sabato e la domenica. «Magari solo dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio, per non ostacolare i pochissimi pendolari del fine settimana. Ma non arriverebbero più i camper e le moto, coinvolti in numerosi scontri, anche gravi». La proposta è graduale: può partire già l'estate prossima. «Si inizia nelle domeniche di luglio e agosto, poi nei fine settimana estivi e quindi da maggio a ottobre. Così si capiscono i pro e i contro, si calibra la segnaletica, si vede come reagisce la gente».

Un passo alla volta, come accaduto per le chiusure di Città Alta. «Non è un centro storico, è una sponda dall'elevatissimo valore ambientale. Chiudere è di gran lunga più facile: la strada è una sola. Ovviamente si può lasciare libero accesso al paio di attività esistenti su quel tratto. Certo: la responsabilità della strada deve restare in capo al gestore, ora di nuovo l'Anas. La Provincia, quando la strada era chiusa per le manifestazioni di un paio di volte all'anno, la assegnava ai sindaci. Non va bene: li disincentiva ad accogliere la proposta».

Dario Furlanetto non si ferma sul lago. «Il raccordo tra il Sebino e la Milano-Monaco, che passerà per la Val Cavallina, è stato finanziato da Regione Lombardia con quasi due milioni e mezzo di euro. Coinvolge Riva di Solto, Solto Collina, Endine Gaiano, il Comune capofila: se ne sta definendo il progetto esecutivo, così che, se si riuscirà ad andare in appalto dopo l'estate, il cantiere potrebbe aprire entro fine anno. Permetterà di raggiungere il tratto tra Endine Gaiano e Sovere, esistente ma pericoloso e da ridefinire. Con la strada chiusa si potrà andare da Riva a Castro, arrivati a Lovere si proseguirà per la nuova ciclabile realizzata dal Comune fino a Poltragno, da dove i tratti già presenti portano a Endine Gaiano, da dove si salirà a Solto Collina per ridiscendere a Riva. Un anello ciclabile panoramicissimo, bellissimo di una ventina di chilometri circa. Si aprono prospettive molto interessanti di carattere ricreativo, sportivo, turistico, toccando ambiti di grande valore sia paesaggistico, sia storico e culturale. Una splendida giornata da vivere all'aria aperta immersi nella bellezza, mettendo in circuito tutti i servizi lungo il percorso».

Si potrà arrivare alla completa ciclabilità della riva bergamasca del lago? «È una questione di soldi. Da Riva a Tavernola la pista manca, poi c'è un tratto chiuso, dove sono caduti massi, ed è presente da Predore a Sarnico. Per la messa in sicurezza del tratto chiuso serve un milione e mezzo di euro? La Brebemi è costata 23 milioni a chilometro, la Bergamo-Treviglio magari 30: il giro del lago, se costasse 50 milioni, equivarrebbe a due chilometri di autostrada».

La Regione ha finanziato il Documento di fattibilità delle alternative progettuali dell'anello ciclabile, con incarico conferito ad Aria spa, completato l'anno scorso. «Conoscendo bene il territorio, siamo pronti a incontrare i progettisti per proporre soluzioni fattibili».

Fonte: Eco di Bergamo
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