Il grido dell'Adamello contro l'estinzione

Il ghiacciaio dell'Adamello si fa sentire e lancia il suo grido di allarme per i cambiamenti climatici che negli ultimi anni lo hanno messo in pericolo, assottigliandone la vita.

A Brescia, al Parco dell'Acqua, per tutta la stagione estiva è possibile ascoltare le voci del ghiacciaio dell'Adamello grazie ad una installazione sonora temporanea dal titolo: «Ghiacciaio come casa». Inaugurata sabato, l'opera è a cura del progetto artistico e scientifico «Un Suono in Estinzione», seguito da un comitato scientifico guidato da Roberto Ranzi, Professore ordinario Università di Brescia, il quale ha riconosciuto «l'importanza di questo progetto per i nostri calcoli e le nostre ricerche; un progetto che, grazie alla sinergia tra arte e scienza, è molto utile per sensibilizzare sui cambiamenti climatici».

L'opera è composta da due interventi artistici site-specific che mettono al centro la percezione uditiva come strumento di comprensione dei fenomeni dei cambiamenti climatici in atto sugli ecosistemi fragili. «La casetta bianca nel Parco è diventata quindi una vera e propria postazione di ascolto dell'Adamello - si legge nella presentazione del progetto - L'opera crea una relazione tra esterno ed interno dell'edificio ed è pensata per essere interattiva con il pubblico: all'esterno dell'edificio si percepisce il suono della fusione del ghiacciaio proveniente dalla superficie dell'Adamello, mentre all'interno si può ascoltare il suono proveniente dal suo ventre».

«Un Suono in Estinzione» è un progetto di ricerca sperimentale per monitorare le implicazioni del cambiamento climatico sui ghiacciai alpini attraverso un'esplorazione sonora degli ambienti naturali a rischio. Si declina in attività divulgative, artistiche e scientifiche e mira a documentare e monitorare i fenomeni acustici che avvengono sui ghiacciai alpini, fenomeni che il cambiamento climatico contribuisce a manifestarsi con sempre maggior frequenza e che rappresentano un segnale dei mutamenti in corso in quelle aree. Un modo per avvicinare la città ai problemi della natura e di un ghiacciaio che da Brescia dista poco più di 100 chilometri e ha rappresnetato la vita per secoli.