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Contro il pesce siluro sarà guerra totale

( 14 Giugno 2023 )

«Silurare» il pesce siluro, specie aliena e invasiva, un predatore implacabile che sta colonizzando laghi e fiumi sterminando le altre specie con la sua inestinguibile voracità. Missione difficile, che richiede fondi, non pochi, e buone idee per spenderli in modo efficace.La Regione Lombardia ha dunque varato un piano triennale, rivolto agli Enti parco fluviali e alle Riserve naturali per il contenimento del pesce siluro, con una delibera approvata su proposta dell'assessore all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, che stanzia la bellezza di 900 mila euro per il triennio 2023-2025 e fissa i criteri per l'assegnazione dei fondi.Tanti soldi (nel precedente quadriennio 2019-2022 il budget era stato di 700 mila euro) per un problema serio. «Il siluro - dichiara l'assessore Beduschi - è una specie invasiva e predatrice che in pochi decenni ha colonizzato le acque lombarde, causando danni incalcolabili alla fauna ittica autoctona. Dal 2019 la Regione finanzia annualmente interventi per il contenimento, ma abbiamo deciso di passare a una programmazione pluriennale, per rendere le azioni più efficaci».

Il piano finanzierà i progetti che potranno essere presentati da enti parco fluviali e riserve naturali compresi nei bacini dei fiumi Ticino, Lambro, Adda, Oglio, Serio e Mincio, oltre che di alcuni laghi subalpini come Iseo e Mezzola, indicando tra l'altro i tratti fluviali e di superficie lacustre dove effettuare le operazioni e i metodi di cattura, soppressione e smaltimento del siluro, oltre a prevedere misure di salvaguardia per le specie non target. Per le acque bresciane, sono dunque interessati il fiume Oglio e il lago d'Iseo, gli ecosistemi al momento più infestati nel nostro territorio. Domanda: quante sono le probabilità di successo nel «rimettere al suo posto» una specie molto resistente, che si riproduce in abbondanza e si adatta con facilità ad ambienti acquatici di ogni tipo? «Parlare di eradicazione sarebbe davvero un eccesso di ottimismo: più realistico e possibile è parlare di contenimento, trattandosi di una specie molto resistente e adattabile - spiega l'ittiologo Mario Pazzaglia -. La diffusione del siluro ha compromesso gli equilibri naturali tra le altre specie di pesci presenti nei nostri laghi e i nostri fiumi, che erano già rese precarie da fattori ambientali, dal peso antropico, dai mutamenti climatici.

Possiamo pensare di contenere i danni e creare un nuovo equilibrio, in cui il siluro sia inevitabilmente presente ma non incontrastato. Bene il contenimento, ma andando oltre il concetto di "campagne" limitate nel tempo e negli ambiti di azione, perché interventi a spot non sono efficaci».Che fare allora? «È necessario - osserva Pazzaglia - che le azioni abbiano continuità e coordinamento: non serve a molto andare ogni tanto a eliminare pochi esemplari. Inoltre il prelievo va incentivato: investirei andando incontro a chi pesca i siluri e poi trova grandi difficoltà per smaltire le carcasse, promuovendo anche, perché no, una filiera alimentare che trasformi un problema in una risorsa».

Fonte: Brescia Oggi
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