Il pesce è una risorsa seria, un patrimonio da salvaguardare. Al punto che al parco del Ticino dal 2019 si lavora su Sharesalmo, ossia sulla gestione ittica integrata per la conservazione dei salmonidi e il contrasto alle specie invasive. Progetto che vede in prima linea l'ente, all'interno del programma interregionale Italia Svizzera, e che verrà sostenuto fino a fine 2023. La principale finalità è stata coniugare ricerca, monitoraggio scientifico, conservazione e pesca sportiva nell'ottica di preservare e di valorizzare la ricchezza del territorio.
Quattro anni di lavoro accurato dal punto di vista scientifico e faunistico, serviti per fare il punto, anche numerico, su una realtà importante a livello strategico per il Parco del Ticino e per la territorialità ampia di cui è parte integrante. Infatti grazie a Sharesalmo sono stati riaperti 40 chilometri di corridoio ecologico per i pesci lungo il bacino del fiume Ticino e di fatto questo costituisce un completamento della rete dei più importanti passaggi per pesci realizzati presso dighe e sbarramenti collocati lungo il corso d'acqua tra Italia e Svizzera. Sono oltre 400 mila i pesci tra trote marmorate e temoli pinna blu nati negli incubatoi di Varallo Sesia e di Maglio del Colla. Inoltre centinaia di trote marmorate sono state marcate con trasmettitori acustici ad alta precisione e monitorate con i sonar durante i loro spostamenti lungo il fiume azzurro e attraverso i passaggi per pesci. Inoltre è stato dato nuovo impulso alla pesca sportiva «solo se - precisa il Parco - praticata in modo sostenibile e nel rispetto dell'ambiente fluviale». Infine sono stati circa mille i ragazzi che hanno seguito un percorso dedicato all'allevamento dei salmonidi e alla pesca sportiva con tanto di visita all'allevamento ittico e al museo della pesca di Varallo Sesia accompagnati da guide ed educatori ambientali del Parco.
Insomma il convegno di oggi rappresenta un terreno di confronto aperto tra studenti, ricercatori, faunisti e pescatori. Con un minimo comune denominatore rappresentato dalla forza e dalla capacità di aggregazione di un territorio vasto e dalle potenzialità infinite. Sottolinea a questo proposito il consigliere del Parco del Ticino Francesca Monno: «Questo evento dimostra ampiamente l'utilità di aggregare gli attori del territorio e le competenze che li caratterizzano per il raggiungimento di un comune obiettivo di conservazione e di valorizzazione». Prosegue Monno: «In questo caso l'interesse condiviso è incentrato sulla conservazione e sulla gestione dei salmonidi autoctoni dell'area italo svizzera del bacino del Ticino e Sharesalmo ha arricchito l'esperienza del nostro parco per quanto riguarda la gestione della fauna ittica». E dunque il Parco diventa un habitat sempre più a misura di fauna e flora, un piccolo grande gioiello da difendere con molta cura.