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Ticino, allarme erosione crollano argini e sentieri

( 20 Aprile 2023 )

Frane e smottamenti feriscono i sentieri del parco del Ticino. Il frequentato percorso tra Pavia e Torre d'Isola - caro a ciclisti e camminatori di tutte le età - è punteggiato da crolli e zone dove lo sterrato compatto lascia il posto al sabbione, costringendo gli avventori a procedere con cautela, nei punti dove il tracciato si fa più incerto. «Il fenomeno è naturale ma pericoloso, dovuto alla costante erosione del fiume. Colpisce i sentieri più a ridosso delle scarpate, soprattutto nelle zone dove queste sono più alte e verticali», spiega Fabio Signorelli, consigliere del parco del Ticino, l'ente che si occupa della gestione del polmone verde più importante della provincia. L'erosione non sembra legata alla siccità, piuttosto allo scorrere del fiume, «che erode o deposita spostando i sedimenti dalle rive, non mi sentirei di attribuire il fenomeno alla mancanza d'acqua».

Con qualche rischio, secondo i ciclisti: «Superata la zona del Cus ci sono tratti pericolosi per chi va a piedi o in bicicletta, alcuni punti sono parecchio franati». Lo racconta Edoardo Milan del direttivo Fiab, la federazione italiana ambiente e bici che si spende per una mobilità più sicura e sostenibile. Anche in chiave cicloturistica: «Il parco è uno dei gioielli naturali della nostra città, collegamento strategico da potenziare se si crede nello sviluppo turistico sostenibile della zona, puntando su escursioni e cicloturismo per attrarre visitatori. Andrebbe potenziata la segnaletica e la sicurezza dei sentieri, che sono bellissimi ma poco valorizzati nonostante gli avventori che li frequentano tutti i giorni. Non solo in bici o di corsa: tanti i cittadini che portano a spasso il cane o organizzano picnic nel verde. Al momento, il parco del Ticino è un gioiello sottovalutato».

Ripristinare i sentieri di una zona naturale non è come riasfaltare una strada, ma alcuni interventi sono stati fatti: «Nelle scorse settimane abbiamo interrotto e deviato un tratto di sentiero - aggiunge Signorelli - nella zona compresa tra la casa sul fiume e la spiaggia della Sora». Per fermare l'erosione naturale hanno un margine è più risicato: «Ciò che il Parco può fare è ristabilire la percorribilità in sicurezza, deviando i percorsi per superare i tratti franati dove possibile, ma l'ente non ha competenza sugli interventi di contrasto ai fenomeni di erosione e il consolidamento delle rive».«Da Bereguardo in giù, le frane sui sentieri scoraggiano la fruizione di un bene naturale così importante», dice Enrico Bergonzi del comitato Attenti al Ticino, che insieme alle società remiere ha avviato un confronto col Comune e altri enti per chiedere maggior tutela per il tratto cittadino del fiume. «L'erosione sarà pure naturale, vero. Ma sembra che nessuno si occupi di capire gli effetti che sta producendo sulle rive, come questa sposta i sedimenti o se ci sono attività umane che incidono sul fenomeno. La sovrapposizione di competenze tra diversi enti non aiuta a risolvere le criticità. Per questo chiediamo all'amministrazione di farsi portavoce di una richiesta di maggior attenzione per il Ticino anche al di fuori dei confini comunali, visto che Pavia è la città più importante che affaccia sul fiume».

Fonte: La Provincia Pavese, Nazionale
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