Restaurare e riattivare sette ettari di marcite all'interno del Parco Lambro per favorire lo sviluppo della biodiversità, promuovere la filiera del fieno da marcita e far conoscere alla cittadinanza la natura agricola di Milano. Il progetto, cofinanziato da Fondazione Cariplo, prende il nome dalla comunità agricola costituita da cascine e mulini gran parte dei quali ancora esistenti, «La Grangia di San Gregorio» e nei mesi scorsi ha suscitato l'interesse e la curiosità di tantissimi milanesi che hanno visitato il paesaggio recuperato.
Oggi, proprio nel giorno dell'Annunciazione di Maria, quando per consuetudine nel passato terminava il periodo di sommersione invernale delle marcite, alle 10 ci sarà un evento con i partner del progetto che racconteranno il lavoro di recupero mentre i 'campari' (guardiani delle acque) del Parco del Ticino Ticino, con badili e stivali, faranno una dimostrazione in campo della conduzione della marcita. Saranno presenti le istituzioni, i proprietari dei terreni a marcita, il Politecnico di Milano, Ersaf, la Cooperativa Sociale Cascina Biblioteca di Milano, Fondazione Minoprio e il Parco del Ticino.
Antica pratica agricola lombarda, la marcita nasce nella campagne intorno a Milano nel medioevo e si perfeziona nei secoli diffondendosi in tutta la bassa padana. A seguito dei cambiamenti dell'agricoltura moderna, dagli anni 50-60 le marcite sono scomparse, oggi rimangono solo alcuni lembi nel Parco del Ticino e nel Parco Agricolo Sud Milano, qualche centinaio di ettari mantenuti a fatica da agricoltori e campari appassionati.
«Le marcite - racconta Michele Bove responsabile del Settore Agricoltura del Parco del Ticino - oggi rappresentano un patrimonio storico identitario del territorio milanese, con potenzialità ambientali, produttive, culturali ed educative; inoltre oggi, di fronte alla grande sfida alla gravissima crisi idrica, sono una strumento straordinario per la ricarica della falda».
«La partecipazione di 12 aziende agricole del Parco del Ticino con i loro campari dimostra la capacità del mondo agricolo nel custodire importanti valori del passato» racconta Silvia Bernini consigliere all'Agricoltura del Parco del Ticino.