Un nuovo pezzetto di verde per la Bassa, il Parco Adda Sud pianterà 3.000 alberi

Un bosco per Castelgerundo: in arrivo quasi 3.000 nuovi alberi. «L'intervento ha l'obiettivo di aumentare la disponibilità di ambiti naturali nel territorio - spiega Francesco Bergamaschi, presidente del Parco Adda Sud -: si tratta di un'area agricola interna al Parco, interna agli elementi di secondo livello della Rete Ecologica Regionale e limitrofa all'abitato di Cavacurta, lungo la ciclopedonale per Camairago (parte della dorsale ciclabile dell'Adda); gli obiettivi riguardano la valorizzazione delle aree rurali e degli spazi aperti con incremento della naturalità anche in relazione alla loro fruibilità e alla qualità del paesaggio, la costruzione della rete ecologica regionale e sue declinazioni locali e l' incremento del patrimonio forestale; esprimo grande soddisfazione all'idea di concorrere allo sviluppo di un nuovo bosco, manna per la biodiversità ma, anche sistema vivente con ruolo strategico per la salute, gli equilibri naturali, la resilienza del territorio, anche alla luce delle criticità globali legate ai cambiamenti climatici», conclude Bergamaschi.

Le piantine utilizzate hanno 2 anni di età: Farnia (Quercus robur), Carpino bianco (Carpinus betulus), Olmo campestre (Ulmus minor), Pioppo bianco (Populus alba), Frassino meridionale (Fraxinus oxycarpa), Acero campestre (Acer campestre), Tiglio (Tilia platyphyllos), Melo selvatico (Malus sylvestris), Ciliegio selvatico (Prunus avium), per un totale di alberi pari a 2865 esemplari; nocciolo (Corylus avellana), Biancospino (Crataegus monogyna), Sanguinella (Cornus sanguinea), Ligustro (Ligustrum vulgare ), Corniolo (Cornus mas), Crespino (Berberis vulgaris), Caprifoglio (Lonicera caprifolium), Pallon di maggio (Viburnum opulus), Fusaggine (Euonymus europaeus), per un totale di arbusti pari a 1.224 esemplari.

Nei primi tre anni, annualmente sono previsti due sfalci all'anno per ridurre la competizione idrica e il rischio che le piantine siano avvolte da rampicanti, uno sfalcio l'anno delle superfici a prato nella seconda metà di agosto per lasciar completare tutte le fioriture e nel contempo evitare che attecchiscano specie arboree (per lo più alloctone) di invasione e dodici interventi di irrigazione di soccorso nell'arco dei tre anni, alla bisogna, in funzione dell'andamento stagionale. Un impianto di irrigazione goccia a goccia, allacciato all'adiacente rete dell'acquedotto favorirà l'attecchimento ed un più regolare sviluppo.