Agire in fretta per non perdere biodiversità

Bisogna fare presto. «Non possiamo permetterci di perdere anni: il Parco regionale con fulcro il Comune di Brescia va istituito in fretta, perché nel frattempo perderemo altre biodiversità». È l'opinione di Vincenzo Ferri, ecologo naturalista. Che sottolinea: «La forma giuridica del parco regionale è utile anche perché concentra risorse economiche che possono venire dai bandi regionali ed europei su progetti unitari, che hanno maggiore efficacia». Il territorio bresciano, ha sottolineato ieri durante l'incontro in Sala Libretti, «può contare ancora molti endemismi», vale a dire la presenza esclusiva di specie animali e/o vegetali (in particolare nelle cavità sotterranee), «ma rischiano di scomparire senza un rapido intervento di salvaguardia».

Secondo Marzio Marzorati, presidente del Parco Nord Milano e coordinatore di Federparchi Lombardia, «la legge regionale assegna una forte autonomia alle comunità locali nella gestione dei parchi. Sono loro che fanno le scelte di pianificazione». In un'ottica «unitaria. Per tutelare l'ambiente serve una visione sovraccomunale». Marzorati ha specificato che i parchi regionali «non nascono in contraddizione con la caccia o l'agricoltura. Anzi, senza produzione di cibo i suoli non si conservano».

In Lombardia ci sono 24 parchi regionali, tre riserve naturali statali, 66 riserve naturali regionali, 33 monumenti regionali, 242 siti Rete Natura2000, 105 Plis. Tuttavia, ci sono aree gravemente carenti: «Ad esempio, sul Po e in Lomellina, aree ambientalmente importanti, non ci sono parchi», ha lamentato Marzorati. Riferendosi al dibattito lanciato dal Comitato promotore del Parco bresciano, ha sottolineato che «i Plis vanno bene, ma i parchi regionali sono un passo in avanti. Tanto più nelle aree urbane».

All'incontro ha partecipato anche Angelo Maggiori, presidente provinciale del Cai. «Le aree protette vanno sempre più estese», ha ribadito. «La nostra Maddalena va maggiormente salvaguardata». Maggiori si è augurato che, in generale, «la politica svincoli le scelte ambientali dagli interessi economici e dalla convenienza elettorale». Si è chiesto «come mai si trovano tanti milioni pubblici per gli impianti sciistici e non i soldi per far funzionare bene i parchi? Possibile che quando si parla di valorizzare il territorio si intenda solo l'aspetto economico?»