Un'illuminazione pubblica con intensità, colore, spettro e orario variabile, a misura di animali e piante, perché sulla terra non vivono solo essere umani. L'hanno progettata i tecnici di Cariboni group, che l'hanno sperimentata a Osnago, paese dove ha sede la storica azienda, nel Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.
«L'illuminazione artificiale deve rispettare i ritmi biologici di flora e fauna, preservando l'oscurità della notte nel rispetto dei bisogni umani ma anche tutelando la biodiversità», spiegano Rocco Lena e Miriam Emiliano, "genitori" del progetto pilota. Circa il 30% dei vertebrati e il 60% degli invertebrati sono del resto attivi di notte: la luce artificiale li disturba e ne altera gli spostamenti, gli equilibri alimentari e la frequenza degli accoppiamenti. Le piante utilizzano invece la luce come fonte di energia nei processi di fotosintesi e per rilevare informazioni sul loro ambiente, come l'ora e la stagione, e modificarsi di conseguenza: un'illuminazione artificiale non controllata è sufficiente a modificarne dimensione e forma e ad alterare la caduta delle foglie. Pure i sistemi agricoli sono minacciati dall'illuminazione notturna, che ha un impatto su organismi vegetali, artropodi, pipistrelli e uccelli che hanno un ruolo fondamentale nei processi di impollinazione, fertilizzazione e protezione dai parassiti.
«Non esiste una luce universalmente giusta - sottolineano i tecnici -. Ogni progetto merita un'accurata analisi del contesto». Tra l'altro un sistema di illuminazione dinamico consente di risparmiare dal 43 al 68% di energia.