Parco Adda Nord: fiume e siccità Invasione di alghe e gambero esotico

Livelli d'acqua bassi e temperature alte, osservatorio estivo al Parco Adda Nord su fiume e siccità: proliferano le alghe melmose, si moltiplica il gambero esotico alloctono, «dannoso per le nostre specie». Si monitora, senza allarme. «La natura è resiliente, e in qualche modo cerca e trova nuovi equilibri». I dati in possesso dell'ente fluviale, raccolti nell'estate nera del gran caldo e della poca acqua, «sono in parte di tipo empirico, frutto di osservazione e di tante segnalazioni che riceviamo dai fruitori del fiume - così Giuliana De Filippis, istruttore direttivo del Parco e responsabile dell'ufficio risorse naturali -. Alcuni elementi, tuttavia, sono stati raccolti, e saranno monitorati».

Primo elemento, l'alveo ridotto: «La mancanza d'acqua ha ridotto l'habitat delle specie, soprattutto in lanche e canali, dove vengono deposte le uova, e che sono incubatoi naturali per pesci e anfibi». L'acqua è più calda, via libera alle alghe. «Sicuramente c'è una proliferazione di macrofite d'acqua che da vive non creano problemi, anzi, sono un riparo per i pesci. Ma naturalmente successivamente diventano alga e melma. Un problema non solo estetico, segnalato in molte zone».

Acqua calda, proliferano le specie esotiche «competitor» delle autoctone. «Registriamo un aumento della presenza di gamberi di fiume alloctoni e di origine esotica. Qui non dovrebbero esserci, e sicuramente sono frutto di allevamenti e rilasci del passato. Sono specie resistenti e competitori naturali del nostro gambero». Contenerli, impossibile. «Si può far poco, se non con interventi circoscritti. Anche qui, la speranza è che pian piano la situazione si assesti».

A proposito di specie alloctone, finanziamento regionale in cassa e progetto approvato per la nuova campagna di contenimento del pesce siluro, il predatore del fiume. Prenderà il via nelle prossime settimane e dovrà concludersi con rendicontazione degli esiti entro fine anno. Pronte a calare nel fiume le squadre dell'elettropesca, che passeranno al setaccio le zone maggiormente infestate. «La stagione migliore sarebbe in realtà la primava ma abbiamo dovuto adeguare il cronoprogramma ai tempi del bando. Si procederà con una trentina di interventi, nelle zone dove il siluro è maggiormente presente».