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Microplastiche, Comune e Parco si alleano per l'analisi del Ticino

Il progetto coinvolge anche Università e Aipo: caccia ai fondi europei per la tutela dell'ecosistema ambiente

( 17 Agosto 2022 )

Quanta plastica c'è nel Ticino? E che impatto ha sulla vita del fiume e di chi lo frequenta? Per saperlo Comune e Parco del Ticino hanno deciso di partecipare al bando europeo Life che si occupa di affrontare l'emergenza ambientale mirando a prevenire e ridurre la presenza delle plastiche di ogni dimensione nei fiumi attraverso varie iniziative, lavoro di squadra. Il bando scadrà l'8 settembre ed al momento diversi enti locali stanno facendo squadra, con il Comune capofila. Obiettivo, ridurre l'inquinamento studiando la captazione degli agenti nelle acque del Ticino e dei suoi affluenti in ambito comunale e provinciale (Naviglio, Navigliaccio, canale Gravellone, roggia Canobbio). Si tratta di una iniziativa formulata all'interno di Anci (Associazione nazionale comuni italiani) nelle città capoluogo di provincia lombarde.

Per ora il progetto è stato concertato tra il Comune di Pavia, il Parco del Ticino, due gruppi di ricerca dell'Università di Pavia, l'Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) in qualità di partner, il comune di Vigevano e Cassolnovo. L'obiettivo è far confluire in un'unica proposta le attività di indagine su tre famiglie distinte di inquinanti: macro, micro e mesoplastiche. Nello specifico, per microplastiche si intendono generalmente i frammenti plastici al di sotto dei 5 mm di diametro. Giusto per capire il problema, il Po, del quale il Ticino è un affluente, sversa annualmente nel Mediterraneo volumi ingenti di materie plastiche e microplastiche, pari a circa 145 tonnellate.

I rischi alimentari, parlando di quelle più piccole, date le loro ridotte dimensioni, sono caratterizzate da una elevata mobilità, specie nell'ambiente acquatico, con il conseguente ingresso nella catena alimentare e con potenziali rischi cancerogeni per l'uomo. La ridotta dimensione di queste particelle rende infatti estremamente difficile il loro contenimento e ne facilita la dispersione in ambiente. Sbagliato pensare alle forme più incivili di inquinamento come gettare qualcosa nel fiume o alle modalità scorrette di conferimento dei rifiuti. Il territorio della provincia di Pavia recupera annualmente in agricoltura circa il 70% dei fanghi biologici smaltiti in tutta la regione e l'impatto delle microplastiche sul suolo riveste un'importanza cruciale, visto che si associa ad un ulteriore potenziale ingresso di questi microinquinanti nella catena alimentare. Insomma, la questione riguarda diversi aspetti ed è complicata. La speranza è che grazie ai fondi del bando si possa finalmente studiare e capire le dinamiche di questi agenti inquinanti provando a porre un rimedio.

Fonte: La Provincia Pavese, Nazionale
Microplastiche, Comune e Parco si alleano per l'analisi del Ticino
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