A piedi o in bicicletta nei boschi del Ticino

Camminare o pedalare nel verde, tra la folta vegetazione dei boschi del Ticino... a due passi da Milano. La proposta è di quelle che si possono realizzare senza particolare requisiti atletici. Basta avere la voglia di immergersi nel verde ed assaporare lo sfrigolio delle foglie mosse dal vento, il canto degli uccelli e la fragranze delle essenze arboree.

Punto di partenza di un percorso ciclopedonale ad anello di circa 10 chilometri, contrassegnato dalla sigla AF, è la riserva naturale La Fagiana, che si raggiunge da Pontevecchio di Magenta, con boschi di farnie, ciliegi selvatici, carpini ed ontani, la vegetazione caratteristica della pianura Padana che solo in poche zone è rimasta così ben conservata. Vi si accede da un ampio parcheggio collocato al limitare del bosco. Un'area di 500 ettari che nel secolo scorso fu una delle riserve di caccia più famose dell'epoca, frequentata da illustri personaggi. Nel 1984 il Parco del Ticino acquistò gran parte dell'antico territorio di caccia trasformandolo nell'attuale riserva naturale e creò il primo Centro visitatori del parco.

Nell'area si snodano altresì diversi percorsi che permettono di attraversare ambienti interessanti e di scorgere ancora le tracce di dossi e buche del terreno utilizzati dai cacciatori dell'antica Riserva per nascondersi durante gli appostamenti. Le risorgive si superano passando su una passerella in legno che è stata da poco ristrutturata.

La Fagiana costituisce anche un importante centro faunistico, cuore di progetti di salvaguardia per il capriolo (reintrodotto dal 1991), il pigo, la trota marmorata e lo storione (tutte specie a rischio di estinzione). Dal parcheggio, piegando a sinistra, dopo alcune centinaia di metri, camminando al limitare di campi coltivati, si entra alla riserva da un altro ingresso dove si incontra un centro per il recupero della fauna selvatica gestito dalla Lipu.

Nei pressi della riserva è presente anche un piccolo percorso denominato «Sentiero dell'Arboreto», nel quale sono state collocate e possono essere osservate le specie arboree autoctone dell'oasi. Risalendo verso Boffalora e il ponte sul Ticino si arriva a quella che era in origine la villa Fagiana, bombardata nel 1945.