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Così nascono gli storioni del Ticino

( 03 Luglio 2020 )

Un evento raro, al quale si può assistere solo una volta l'anno. La vita che si rigenera - anche grazie all'uomo - nelle acque basse dei boschi di Cassolnovo. Ieri mattina i tecnici del Parco Ticino hanno effettuato la «spremitura» degli storioni, necessaria per consentire la riproduzione in cattività di questi pesci preistorici che negli ultimi anni stanno ripopolando le acque del fiume azzurro.

Di cosa si tratta? Le uova delle femmine (il prezioso caviale) e lo sperma dei maschi vengono letteralmente spremuti dagli esemplari di storione attraverso lo schiacciamento del ventre; una pratica che non danneggia il pesce ma essenziale per la fecondazione, che avviene poi in piccoli catini. Sette gli esemplari di entrambi i sessi che hanno subito questo «trattamento» nella mattinata di ieri, prima di essere rilasciati. I tecnici hanno così ottenuto circa otto litri di uova, che una volta fecondate sono state trasferite negli incubatoi di Cassolnovo e Varese, dove si schiuderanno dando alla luce circa 20-30 mila piccoli storioni; un numero destinato a ridursi fino a poche migliaia dopo lo svezzamento. La percentuale di sopravvivenza di questi pesci, infatti, può variare tra il 10 e il 20%. L'anno scorso, ad esempio, furono circa 6mila gli storioni arrivati alla fine del processo e poi liberati nel fiume azzurro nell'ambito del progetto europeo Life Con.Flu.Po: «Questo è l'unico periodo dell'anno nel quale possiamo procedere con la fecondazione delle uova - ha spiegato Andrea Casoni, consulente del Parco -. Gli esemplari vengono selezionati e preparati nei giorni precedenti, prima della spremitura.

La fecondazione avviene semplicemente mescolando in un catino lo sperma con le uova, quindi queste ultime vengono lavate per garantirne la perfetta sanità e portate negli incubatoi. In dieci giorni si schiuderanno e comincerà la crescita dei piccoli storioni, che dovrebbero essere rilasciati tra circa un anno». A coordinare le operazioni anche Oliver Mordenti, dell'università di Bologna: «Questo progetto continua ormai dal 2005 e resta di fondamentale importanza. Grazie alla collaborazione tra tutti si è allargato fino a raggiungere l'area dei fiumi romagnoli, dove questo pesce esisteva già in passato, coinvolgendo anche i parchi acquatici, che hanno allestito aree dedicate allo storione e al Ticino».

Un lavoro iniziato anni fa che ha già dato i primi frutti. Nell'ottobre dell'anno scorso, infatti, il Parco aveva comunicato il ritorno dello storione nell'Adriatico dopo oltre mezzo secolo. Tre esemplari marcati con un trasmettitore e rilasciati nel Milanese, infatti, erano stati individuati circa 380 chilometri più a valle, nei pressi di Rovigo, all'altezza del delta del Po. Presente durante le operazioni di ieri anche la presidente del Parco Ticino, Cristina Chiappa. Vale la pena sottolineare che l'intervento dell'uomo in queste fasi è necessario, dato che gli storioni richiedono particolarissime condizioni ambientali per riprodursi. Infatti sono rarissimi - quasi unici - i casi accertati dal Parco di riproduzione in natura di questi pesci. Almeno per il momento. L'ente ha voluto anche sottolineare l'impegno di tanti volontari che aiutano nella gestione e nel controllo degli incubatoi, in particolare la «Società pescatori dilettanti cassolesi» e le sezioni della Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) di Varese e Pavia.

Fonte: QN - Il Giorno, Legnano
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