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Un cervo compagno di strada

( 20 Aprile 2020 )

VARESE - È stato sufficiente un mese, anche meno, di strade semideserte e la fauna selvatica del Campo dei Fiori, ma non solo, è scesa di quota in gran numero fino a lambire le case dei centri abitati. Il presidente del Parco regionale, Giuseppe Barra, lancia l'allarme: «Automobilisti ed escursionisti prestino attenzione. Il rischio di trovarsi a tu per tu con cervi, cerbiatti, cinghiali cresce giorno dopo giorno».

Il pericolo è reale. Chiedere per conferma a chi abita a Velate, alla Rasa, a Brinzio, a Castello Cabiaglio, a Cunardo solo per citare località immerse negli oltre 7mila ettari dell ' area protetta che ingloba le due principali cime prealpine subito a ridosso del capoluogo, appunto il Campo dei Fiori e la Martica. «Si tratta di ungulati anche di grossa stazza, ma che non attaccano l'uomo. Tranne in un caso: quando la femmina avverte un pericolo per i piccoli che ha con sé. È il caso, in particolare, dei cinghiali. E questa è proprio la stagione in cui partoriscono». Ciò vale, evidentemente, per chi si avventura nei boschi anche in presenza del divieto imposto dalle restrizioni imposte dalle autorità, a piedi o in mountain bike. Certamente osservare un animale in libertà è un'esperienza in sé gratificante, ma fin tanto che si mantengono le distanze di sicurezza. Teniamo presente che un cervo può raggiungere con sorprendente agilità i 60 chilometri orari pur arrivando a sfiorare i 200 chilogrammi di peso. «Si tratta comunque di animali che temono l'uomo e, quindi, tendono a scappare - sottolinea ancora Barra -. Diverso è il loro comportamento quando si avvicinano a una strada. Trovarseli davanti all'improvviso è diventato un fenomeno sempre più diffuso fino a pochi mesi fa, ancora di più ora con il traffico limitato. Tra qualche tempo, quando la stretta governativa sugli spostamenti tenderà ad allentarsi, ci sarà un doppio problema: da un lato l'aumento del traffico, dall'altro l'abitudine che gli animali si saranno fatta a scendere a valle. In altre parole, trovare un ungulato sulla strada sarà più facile».

I vertici del parco stanno dibattendo da tempo il problema e anche ultimamente si sono incontrati con Adriano Martinoli, zoologo varesino dell'Università dell'Insubria, per cercare provvedimenti atti a contenere i numeri delle specie faunistiche e contenerle in aree meno pericolose sia per gli animali sia per l ' uomo e le sue attività, quelle agricole in particolare. «Non è facile trovare una soluzione al problema, ma ci stiamo lavorando. Intanto - conclude Barra - lancio un semplice messaggio: prudenza, prudenza e ancora prudenza. Occhi aperti soprattutto alla guida». Riccardo Prando

Fonte: La Prealpina, Nazionale
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