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La natura selvaggia a due passi da casa

( 29 Dicembre 2019 )

La Val Parina diventerà area wilderness: così Dossena e Serina puntano al rilancio

Come trasformare un'area incontaminata in un'attrazione turistica? Semplice, basta non toccare nulla. È l'idea dei comuni di Dossena e Serina, insieme al Parco delle Orobie, per la Val Parina, che presto entrerà a fare parte dell'Associazione aree wilderness, quei territori di cui si vuole preservare e promuovere proprio il lato selvaggio. È una distesa di boschi e pascoli fra Dossena, Serina e Oltre il Colle. a pagina 6

Chi ha avuto l'idea, 35 anni fa, ammette che è un po' come la scoperta dell'acqua calda. Franco Zunino, piemontese, primo studioso in Italia dell'orso bruno marsicano, risponde dall'Abruzzo. Lui, che ha trasformato la natura selvaggia in un mestiere, della Val Parina è entusiasta: «È spettacolare, non avrei mai immaginato che alle spalle di Bergamo si estendesse una zona del genere». L'ha sorvolata in elicottero l'estate scorsa, quando il sindaco di Dossena Fabio Bonzi l'ha convocato per capire se fosse abbastanza «wild». Pare proprio lo sia. Ecco la scoperta dell'acqua calda: inserire questa vallata incontaminata nel sistema delle aree wilderness, che Zunino, dal 1985, promuove attraverso un'associazione ( www.wilderness.it ). In Lombardia sarà la seconda, dopo la Val di Vesta, nel Bresciano.

L'idea è nata proprio lì, quasi per caso. «Cercavamo un modo per valorizzare la Val Parina - spiega Bonzi - e Nicola Gallinaro (dottore in Scienze forestali, che ha curato il progetto della Val di Vesta, ndr ) ci ha parlato dell'Associazione aree wilderness». Perfetta, perché di terre non urbanizzate ce ne sono. Senza strade, senza case, senza nulla. Ma la Val Parina, che si estende per 8 chilometri tra Dossena, Serina, Oltre il Colle e giù fino a Camerata Cornello, è una delle poche di quelle dimensioni e così vicina alla città. Sono soprattutto boschi di faggi, popolati da caprioli, cervi e dalle specie da sottobosco come i tassi, i ricci, i fagiani, il gallo forcello. E di aspidi. Tante aspidi. L'obiettivo è duplice. «Da una parte puntiamo a valorizzare il patrimonio naturalistico - spiega il sindaco di Serina Giorgio Cavagna -. Verso i pascoli del monte Menna, ad esempio, c'è la zona dei faggi secolari, veri monumenti della natura, di una bellezza infinita». Valorizzare significa tutelare, ma anche promuovere a livello multimediale. Dall'altro lato, «intendiamo recuperate le baite vicine, i sentieri e creare alcuni punti di osservazione», sottolinea Bonzi. Il titolo di area wilderness sarà deliberato dai comuni a inizio 2020, dopo un incontro pubblico per illustrare il progetto e sulla base di un Accordo di programma già sottoscritto tra Dossena, Serina e il Parco delle Orobie, nei cui confini rientra l'area. «Il passo successivo sarà istituire un consorzio forestale - anticipa Bonzi -, che gestisca non solo la Val Parina, anche gli altri boschi. Pensiamo possa essere uno strumento anche per lavorare con le aziende boschive del territorio». Di sicuro rientra in una serie di interventi recenti che sembrano raccontare una rinata attenzione per le montagne di casa. Vedi il rilancio delle vecchie miniere, dello sci di fondo, a Serina la mappatura dei sentieri realizzata da un gruppo di volontari, che ha ideato e installato una rete di cartelli per tracciare percorsi sempre esistiti, ma mal segnalati. Il 2020 sarà anche l'anno del ponte tibetano, sempre a Dossena. La progettazione è stata appena affidata «e se tutto va bene - calcola il sindaco - sarà pronto per l'autunno».

Certo, addentrarsi nella selvaggia Val Parina sarà un altro discorso: «Ci aspettiamo un turismo diverso, fatto più di appassionati, escursionisti esperti, magari anche studiosi», conclude Cavagna. L'ultima area wilderness è stata istituita a maggio a Sutri (Viterbo) dal sindaco Vittorio Sgarbi, che è anche presidente onorario dell'associazione.


Maddalena Berbenni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il punto

La Val Parina è una delle poche aree incontaminate, dove non esistono strade né abitazioni

Il progetto punta proprio
a preservare questa caratteristica.
Sempre a Dossena,
nel 2020, sarà costruito un ponte tibetano (nella foto)

Fonte: Corriere della Sera, Bergamo
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