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La banca che salva i fiori dall'estinzione

( 25 Agosto 2019 )

Federico Magni GALBIATE (Lecco) DA SECOLI abitano i crinali delle Prealpi lombarde ma per colpa dell'azione sfavorevole del clima e degli agenti atmosferici le orchidee autoctone rischiano di scomparire così come alcune specie di genziane e molti dei fiori che impreziosiscono prati e pascoli, sostituiti da "inflorescenze commerciali". A cercare di fermare il tempo e mettere una pezza ai danni del clima ci stanno provando i ricercatori del Centro flora autoctona del Parco del Monte Barro che, attraverso la Banca del germoplasma delle piante lombarde, che si trova nella sede di Villa Bertarelli di Galbiate. Sono diventati i custodi di sementi di fiori che altrimenti rischierebbero di scomparire per sempre.  È questa la salvaguardia delle biodiversità che avviene in celle frigorifere contenenti semi a -20 gradi di temperatura, camere di disidratazione e prototipi di macchine in grado di "spazzolare" i campi in cerca di quei semi che un tempo erano così comuni nei fienili dei nostri nonni e che invece ora sono sempre più rari. La strategia è quella di conservare per lungo tempo il "germoplasma" delle piante, cioè quel materiale genetico ereditario contenuto in parti vive. Ciò avviene con la raccolta in natura e il suo deposito presso centri altamente specializzati, denominati appunto "banche del germoplasma".  «Entro il 2050 almeno 100mila delle circa 300mila specie di piante sulla terra potrebbero estinguersi, un migliaio in Italia e qualche centinaio solo in Lombardia», spiegano gli esperti.  «IN QUESTO periodo stiamo lavorando ad esempio sulla "Gentiana pneumonanthe", una specie che rischia l'estinzione insieme alla farfalla che depone le uova sul fiore», spiega Federico Bonifacio, presidente del Parco regionale Monte Barro.  Un lavoro di salvaguardia talmente fondamentale quello svolto al Monte Barro da aver richiamato i ricercatori impegnati nelle altre  banche del germoplasma esistenti in Italia che si sono radunati a Galbiate per fare il punto della situazione.  «Lavoriamo in stretta simbiosi con vivaisti, agricoltori e addetti ai lavori  per la realizzazione di protocolli di germinazione - continua il presidente del Parco -. In particolare poi stiamo progettando il prototipo di una nuova macchina per la raccolta del "fiorume", quei semi dei prati e dei pascoli che abbiano una buona consistenza di biodiversità in grado di ripristinare i campi di montagna con semi autoctoni invece di semi commerciali».  La banca dei semi infatti si è prefissata l'obiettivo ambizioso di raccogliere in natura e conservare le sementi delle specie lombarde rare e minacciate, stimate nel 20% della flora regionale, quindi circa 600 delle oltre 3.200 specie presenti in regione.  E al monte Barro sicuramente ne sanno qualcosa, soprattutto in merito all'importanza di alcune specie di orchidee, talmente autoctone da attecchire solo sui pendii della montagna che si innalza fra i laghi dell'Alta Brianza e il corso dell'Adda.  L'ORCHIDEA del Barro è unica perché sopravissuta dai tempi remoti in quanto il Monte Barro rimase "fuori" dalle glaciazioni. Una rarità che ha spinto tanti curiosi, in arrivo anche dalla Cina e dal Giappone, a raggiungere il Parco del Monte Barro per studiarle e imparare come riprodurle, e diverse riviste scientifiche si sono occupate degli studi effettuati a Galbiate sulla loro reintroduzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCHEDA

Piante minacciate 

Entro il 2050 almeno 100mila delle circa 300mila specie di piante potrebbero estinguersi, un migliaio in Italia e qualche centinaio solo in Lombardia


I metodi 

La salvaguardia delle biodiversità si combatte con celle frigorifere che conservano i semi a -20 gradi e camere di disidratazione


La ricerca 

Si lavora alla creazione di una macchina in grado di "spazzolare" i campi in cerca dei semi che un tempo si trovavano nei fienili

SCHEDA

Lombardia, 24 specie a rischio 

In Lombardia sono note 3.550 specie vegetali di cui 24 risultano estinte. Sulla base di una prima indagine all'Università degli Studi di Pavia, sarebbero circa 200 le specie erbacee da considerarsi in qualche modo effettivamente a rischio e per le quali si prevede di effettuare un'azione di conservazione attiva.


Le orchidee delle Prealpi 

Le orchidee autoctone delle Prealpi lecchesi sono una delle caratteristiche del Parco del Monte Barro Un team di esperti è riuscito a riprodurre e coltivare alcune di queste orchidee endemiche. Un risultato eccezionale tanto che a Galbiate arrivano ricercatori dalla Cina e da altri Paesi del mondo per studiare la loro riproduzione.

 

Fonte: QN - Il Giorno, Nazionale
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