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Miniere di Novazza: si riapre l'iter per la pietra verde

( 07 Giugno 2019 )

Valgoglio L'ufficio cave provinciale ha avviato il procedimento dopo il via libera del ministero Il 20 giugno la prima conferenza di valutazione

Alla ricerca della pietra verde, o meglio, la ignibrite grigio-verde, utilizzando le vecchie gallerie scavate per cercare l'uranio.

È quanto potrà essere fatto a Valgoglio, frazione di Novazza, se la Provincia, e precisamente l'ufficio Cave provinciale, darà parere positivo alla richiesta avanzata dalla ditta Techme Srl (ex Fondamenta Srl) di Villa d'Ogna, di prevedere la possibilità di realizzare un cava di pietre ornamentali per l'estrazione della pietra pregiata, nell'ex miniera d'uranio di Valgoglio, localizzata all'interno del Parco regionale Orobie bergamasche. L'iter per la valutazione della compatibilità ambientale partirà il 20 giugno, data della prima conferenza di valutazione che si aprirà con la presentazione (aperta al pubblico) degli studi preliminari già effettuati dall'ufficio Cave provinciale previsti dal procedimento della Vas (valutazione ambientale strategica) e della Vic (valutazione di incidenza).

Al termine di questi procedimenti la Provincia esprimerà la sua decisione, che terrà conto anche dei pareri di tutti gli enti portatori di interesse. Fra i soggetti competenti in materia ambientale invitati alla conferenza del 20 ci sono Arpa, Ats, Parco regionale orobie bergamasche, Regione. Fra quelli territorialmente interessati, invece, c'è la Comunità montana della Val Seriana, il Comune di Valgoglio oltre a quelli di Albino, Alzano, Ardesio, Aviatico, Casnigo, Cene, Clusone, Colzate Gromo, Fiorano, Gazzaniga, Nembro, Parre, Piario, Ponte Nossa, Pradalunga, Premolo, Ranica, Vertova, Villa di Serio e Villa d'Ogna.

Il problema uranio

Per l'estrazione della ignibrite grigio-verde, considerata di notevole bellezza, la proposta della Techme è, sostanzialmente, di utilizzare le gallerie di prospezione (in gestione al Demanio) che a Valgoglio, frazione Novazza, erano state scavate decenni fa per la ricerca dell'uranio che era stato trovato ma, alla fine, non estratto viste le proteste del territorio che si erano sollevate: «Quella ricerca -spiegano dall'ufficio Cave provinciale- ci permette, comunque, di sapere dove si trovano i livelli uraniferi (ossia, in pratica, dove è presente l'uranio). È chiaro che, dovessimo rilasciare parere positivo sulla possibilità di realizzare nella zona in questione una cava, la ignibrite grigio-verde potrà essere scavata solo dove non c'è traccia di uranio».

Nel marzo 2017 la Provincia aveva dato il via a una revisione di tutto il piano cave provinciale per il quarto settore merceologico delle pietre ornamentali. Già nella fase di valutazione di questa revisione era arrivata la richiesta della Techme Srl di inserire fra gli ambiti estrattivi previsti dal documento appunto quello nell'ex miniera d'uranio di Valgoglio-Novazza. Questa richiesta era stata subito respinta poiché l'area in questione, trovandosi nei confini del Parco delle Orobie, è una Zps (Zona a protezione speciale).

E c'è una normativa regionale, derivante a sua volta da un decreto ministeriale, che stabilisce delle misure di conservazione delle Zps in base alle quali l'ufficio Cave provinciale aveva appunto fondato il suo parere contrario alla nuova cava. Nel luglio 2018 dal miniztero dell'Ambiente è arrivata invece una indicazione diversa, ossia che l'ambito di estrazione non può essere negato a priori, ma solo al termine dei procedimenti di valutazione validi per tutte le altre cave ossia, appunto, Vas e Vic.

Il piano «congelato»

Il caso Novazza ha nel frattempo bloccato l'iter di approvazione di tutto il piano cave provinciale delle pietre ornamentali che era già stato approvato da via Tasso e inviato a Palazzo Lombardia per l'approvazione del Consiglio regionale che ora, ovviamente, è in sospeso. «Da parte nostra - spiegano ancora dall'ufficio Cave provinciale - contiamo di arrivare a chiudere l'iter per la valutazione della compatibilità ambientale entro la fine dell'anno. Spetta alla Regione valutare se aspettare fino allora per l'approvazione della revisione del piano oppure stralciare l'ambito di estrazione di Novazza da sottoporre ad approvazione in un secondo momento».

Dovesse comunque alla fine arrivare il parere positivo di via Tasso, non bisogna pensare che la Techme srl potrà iniziare subito a scavare. Come accade per tutti gli altri ambiti estrattivi, dovrà presentare alla Provincia una richiesta di autorizzazione a scavare che dovrà essere ancora sottoposta a Vas e Vic.

Fonte: Eco di Bergamo
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