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ZONE SPECIALI Uccelli da tutelare per salvaguardare biodiversità e bellezza

( 10 Marzo 2019 )

Parchi & riserveNel cuore delle Orobie , con habitat tipici dell'alta montagna e poi lungo il corso dell'Adda, con specie delle zone umide. Le due Zps Belviso-Barbellino e Il Toffo: aree piccole, ma piene di ricchezza floro-faunistica.

Nelle aree della Rete Natura 2000 della provincia di Bergamo vi sono due Zps (Zone di Protezione Speciale) dislocate in aree molto distanti tra loro, una situata agli estremi del confine settentrionale, nel cuore delle Orobie, ed una agli estremi del confine occidentale del nostro territorio lungo il fiume Adda. Sono le ultime due aree che incontriamo nel nostro viaggio sul territorio della Bergamasca alla scoperta delle aree protette a livello europeo ed inserite nella Rete Natura 2000. Anche qui l'intento è di sorprendere l'esistenza di un patrimonio naturalistico prezioso per la sua biodiversità e, per questo, riconosciuto a livello internazionale, ma che è anche, giustamente, un "orgoglio naturalistico ed ambientale" della nostra terra. La Zps "Belviso Barbellino" La prima area si trova nel cuore delle Orobie, localizzata nella parte a nord-est del territorio provinciale, in alta Valle Seriana, comprendendo a nord i versanti del Pizzo del Diavolo, del Passo del Bondone, del Monte Torena, ad ovest il primo tratto del Serio che forma il laghetto naturale del Barbellino, a sud il Pizzo Recastello. Si estende su una superficie di 1944 ettari ed è compresa, a sua volta, nell'area gestita dall'Azienda Faunistico Venatoria Val Belviso-Barbellino. Interessa in parte il territorio comunale di Valbondione, in parte la superficie della stessa Azienda Faunistica (estesa anche nelle province di Brescia e Sondrio) ed in minima parte il territorio del Parco delle Orobie Bergamasche. Il territorio della Zps è il più elevato della provincia nell'ambito delle Orobie passando dai 1835 m ai 2930 m slm. Il sito rientra nella regione biogeografia alpina con tipologie ambientali tipiche dell'alta montagna, ("Ambienti forestali alpini" ed "Ambienti aperti alpini") che ospitano quasi tutti i rappresentanti più importanti dell'ornitofauna e dei mammiferi alpini. Sono presenti 9 habitat di interesse comunitario, tra i quali predominano quelli rocciosi e quelli a cespuglieto. I principali habitat sono classificati "Pareti rocciose silicee" (30% di copertura), "Ghiaioni silicei del piano montano" (25%) e "Formazioni erbose boreo-alpine silicee" (25%). La fauna di interesse comunitario varia dall'Aquila reale, al Gufo reale, alla Pernice bianca delle Alpi, al Fagiano di Monte, alla Coturnice delle Alpi, dagli uccelli insettivori come il Rondone maggiore, il Prispolone, lo Spioncello alpino, la Ballerina gialla e la Ballerina bianca, il Merlo acquaiolo al Sordone, Codirosso spazzacamino (si ciba di invertebrati, di bacche e piccoli frutti), Culbianco, Codirossone, Merlo dal collare (migratore che nidifica tra gli arbusti di erica e ginepro), Gracchio alpino e Fringuello alpino. Sono presenti anche il Serotino di Nillsson (pipistrello che si nutre di falene e coleotteri), lo Stambecco delle Alpi, il Camoscio delle Alpi, la Marmotta, la Faina, l'Ermellino, la Donnola, il Capriolo, la Volpe e la Lepre. Tra i rettili sono presenti la Coronella austriaca (Colubro liscio), il Saettone, il Marasso, la Natrice del collare ed anfibi come la Rana temporaria e la Salamandra pezzata. L'aspetto f loristico é rappresentato, tra le altre specie, dal Genepì (nome che si riferisce alle specie aromatiche del genere Artemisia), da diverse specie di Androsace, dal Camedrio alpino, dal Pennacchio guainato (diffuso nei pascoli umidi e torbosi), da di SEGUE DA PAGINA 43 verse specie di Genziane, Orchidee, Primule e Sassifraghe. Il Piano di gestione detta disposizioni (obblighi e divieti) in riferimento alla regolamentazione delle attività venatorie, dello scialpinismo e del sorvolo dei velivoli, mentre le Misure di conservazione danno indicazioni, per lo più, sul mantenimento dell'ecosistema di alta quota. La Zps de "Il Toffo" La superficie della seconda area, di 88 ettari, è ubicata lungo le sponde dell'Adda nel Parco regionale dell'Adda Nord, che è anche l'Ente gestore, e comprende parte dei territori comunali di Pontida, Villa d'Adda e Calco (LC) a quote variabili tra i 192 m ed i 251 m slm. Il Formulario standard indica che la sua area, situata nella regione biogeografica continentale e come tipologia ambientale "zone umide, ambienti f luviali, ambienti agricoli", rappresenta "una delle zone umide meglio conservate del Parco Adda Nord". Infatti, le torbiere, gli stagni e le paludi rappresentano il 27% della copertura, i corpi d'acqua interni il 21%, i boschi igrofili di latifoglie il 23%. Questi ambienti sono caratterizzati da una ricca presenza di avifauna grazie alla varietà di specie nidificanti e svernanti, molte delle quali di interesse comunitario. Sono stati osservati, infatti, 18 specie di uccelli particolarmente soggetti a protezione (sono presenti anche una garzaia di Airone cenerino ed un'oasi di rifugio della Rana lataste) e 99 specie di uccelli migratori. Sono 51 gli obiettivi previsti dalle Misure di conservazione di 3 habitat di interesse comunitario e 73 gli obiettivi per la conservazione delle specie faunistiche. L'area protetta BelvisoBarbellino è la più elevata in provincia, con ambienti tipici dell'alta montagna

IN PROVINCIA DI BERGAMO

7 ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE

Le Zps nascono dalla Direttiva 79/409 Cee. Sono territori idonei alla conservazione delle specie di uccelli sottoposte ad una tutela speciale. Con le Zsc (Zone speciali di conservazione) compongono la rete "Natura 2000". Oltre al Belviso-Barbellino e al Toffo, le altre zone sono: Orobie Bergamasche, Monte Resegone, Boschi del Giovetto di Paline, Costa del Pallio e Bosco de l'Isola. La superficie totale in Bergamasca è di 52.330 ettari.

Fonte: Eco di Bergamo
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