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La plastica e gli oceani

( 26 Aprile 2023 )

Gli oceani sono la confluenza terminale di una moltitudine di corsi fluviali che trasportano plastica di ogni formato, tipologia e dimensione.

Oltre ai pesci anche gli uccelli ingeriscono grandi quantità di plastica e molti studi convergono nel sottolineare la pericolosità di questo elemento. Un gruppo di ricerca capitanato da Valerie Lindborg nel 2012 ha pubblicato sulla rivista scientifica Marine Pollution Bulletin, uno studio che ha analizzato ben 589 boli alimentari di gabbiani glauchi del Pacifico (Larus glaucescens) nei mari degli Stati Uniti. La plastica è stata trovata nel 12,2% dei boli, e la pellicola di plastica è risultata la forma di plastica più comune.

In uno studio più recente, pubblicato nel 2022 sulla rivista Frontiers in Marine Science – Section Marine Pollution, è stata esaminata l’ingestione di plastica in uccelli marini altamente migratori come le berte dell’Atlantico (Ardenna gravis). Sono state studiate 217 berte trovate e recuperate in diverse località durante il loro ciclo migratorio annuale attraverso il nord-ovest e il sud dell’Atlantico per valutare l’accumulo di plastica ingerita, nonché le tendenze nelle stagioni e rispetto ai luoghi. Un totale di 2328 frammenti di plastica è stato documentato nella porzione ventricolare del tratto gastrointestinale, con una media di ben 9 frammenti di plastica per uccello.

Nessun frammento della stessa dimensione o aspetto è stato trovato nella preda elettiva, il pesce Sand Lance (Ammodytes spp.) che sostiene a livello trofico la popolazione di berte dell’Atlantico nella baia del Massachusetts, suggerendo che gli uccelli ingeriscono direttamente la maggior parte della plastica piuttosto che tramite l’ingestione dei pesci.

Si ritiene che gli uccelli marini dell’ordine Procellariiformes (ad esempio albatri, berte, procellarie e uccelli delle tempeste) siano i più vulnerabili all’ingestione di plastica in relazione alle loro abitudini pelagiche ad ampio raggio e a un uso sostanziale di segnali olfattivi e visivi durante il foraggiamento. Tuttavia, la frequenza dell’ingestione di plastica varia ampiamente tra i membri di queste specie.

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