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Perchè gli insetti non hanno mai colonizzato i mari?

( 24 Maggio 2023 )

Gli insetti sono talmente numerosi da costituire la maggior parte della biomassa animale. Nonostante tale successo, c'è un luogo in cui pochissimi insetti si avventurano: il mare. 

Un team di ricercatori giapponesi e americani ritiene di aver trovato la soluzione: tutto dipenderebbe, scrivono in una review pubblicata su Physiological Entomology, dai meccanismi con cui gli insetti producono i loro esoscheletri, sviluppati per funzionare sulla terra ferma e quindi poco adatti all'ambiente acquatico.

Le specie conosciute che abitano in ambiente marino sono concentrate quasi completamente nella cosiddetta zona intertidale, i tratti di costa che vengono periodicamente coperti dalle maree. Nella maggioranza dei casi trascorrono solamente le prime fasi della loro esistenza. In mare aperto esiste attualmente un unico genere di insetti noto che vi abita: gli Holobates, o pattinatori marini. Per quanto ne sappiamo sotto la superficie gli oceani sono completamente privi di insetti.

Per spiegare questa assenza, gli entomologi negli anni hanno elaborato diverse ipotesi. Quel che è certo è che gli insetti sono strettamente imparentati con i crostacei, da cui si sono separati centinaia di milioni di anni fa proprio emergendo dalle acque marine e adattandosi alla vita sulla terra ferma. Certamente, i cambiamenti nella loro fisiologia, nella morfologia, nelle loro abitudini riproduttive e nella respirazione hanno reso difficile per gli insetti invertire la rotta, e tornare a popolare le acque del mare. Dove troverebbero, oltretutto, la forte competizione dei lontani parenti crostacei, che occupano più o meno le stesse nicchie ecologiche, e sono già perfettamente adattati per la vita in ambiente marino.

La presenza di una moltitudine di pesci e di altri predatori, contro cui gli esoscheletri degli insetti si rivelerebbero probabilmente impotenti, è un’altra possibile spiegazione proposta per la mancanza di insetti nelle acque dei mari.  

Il nuovo studio propone però una ragione ancora più essenziale: il meccanismo con cui praticamente tutte le specie di insetti formano il loro esoscheletro sembra infatti pensato per funzionare unicamente a contatto con l’aria.

L’esoscheletro degli insetti è infatti composto fondamentalmente da cuticole di chitina, un polisaccaride, che negli strati più esterni viene indurito per trasformarsi in un’armatura estremamente resistente. Capita lo stesso anche nei crostacei, ma se questi animali marini utilizzano il calcio, facile da reperire nell’acqua marina, per indurire il loro esoscheletro, gli insetti hanno dovuto fare ricorso ad un elemento diverso: l’ossigeno, ben più abbondante se si vive  nell’atmosfera del nostro pianeta.

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