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Il Parco: obiettivo Mincio pulito

Il presidente Pellizzer fa il punto sui risultati ottenuti e guarda al futuro dell'ente: prioritarie la qualità e la quantità di acqua

( 07 Maggio 2024 )

Tra passato e presente, quali sono i segni tangibili della tutela ambientale pluridecennale del territorio? E per il domani, quali i sogni da realizzare? Non è un bilancio in numeri quello chiesto a Maurizio Pellizzer, dottore commercialista e presidente da dodici anni (e per i prossimi quattro) dell'ente regionale Parco del Mincio. Ma un bilancio di azioni, progetti, strategie, criticità, sogni.

Acqua: obiettivo comune - Il cuore delle criticità si conferma la fragile riserva naturale delle Valli del Mincio «Un problema che non si origina in questi anni - spiega chi mi ha preceduto e ha varato il forum del Mincio. Nel tempo uno dei valori è stato l'aver posto attenzione a questo problema che l'abbandono dei canneti come attività produttiva, l'aumento delle temperature, le specie alloctone, hanno ora aggravato. Ma ora è obiettivo comune il miglioramento dell'habitat. Invito le realtà associative a formulare proposte da inserire nel Contratto di fiume: i risultati migliori si raggiungono grazie a collaborazioni corali».

Le cose di cui gioire «A volte è più facile criticare per le cose che si fanno o non si fanno che gioire per quelle fatte» premette Pellizzer che elenca il risultati ottenuti in questi anni. «L'ente parco è stato volano di sviluppo del territorio - dice - uno dei migliori interventi del passato è stato il parco periurbano: ha restituito dignità ai laghi e reso fruibili le sponde. In tempi più recenti, l'ecotunnel tra i laghi di Mezzo e Inferiore e il ponte sulla darsena di porto Catena: hanno completato le connessioni e fatto da traino al tratto mantovano della ciclabile del Sole, che abbiamo appena ultimato. Fruizione turistica, mobilità sostenibile, sviluppo, educazione ambientale: sono fattori ai quali il Parco nei suoi quarant'anni ha contribuito parecchio».

Il Parco di domani: il futuro del Parco parte per Pellizzer da un punto fermo: «Il core business di un Parco non è solo la gestione degli habitat: il contesto antropizzato vede coinvolte molte realtà sociali e produttive, con le quali è necessario lavorare in sinergia. Quella raggiunta con il mondo agricolo dell'area dei prati stabili è un esempio importante». Insomma. «Ci sono sogni che si possono realizzare» afferma il presidente. Prioritari quelli mirati alla qualità e quantità delle acque. «Avvieremo un lavoro di rete con i comuni che non sono nel Parco ma che sono attraversati dai canali Osone e Goldone, che apportano sedimenti e acqua non di qualità, alterando l'equilibrio delle Valli e nel Mincio. Con lo sgrigliatore abbiamo raccolto in un anno venticinque tonnellate di rifiuti: sfalci, plastiche, persino pezzi di guardrail. La telecamera ci mostra quotidianamente immagini impressionanti, è tempo di guardare a monte».

Sempre sul versante Valli del Mincio: «Si effettueranno periodiche pulizie dei canali ma il sogno più grande è poter acquisire aree per mettere in atto un sistema di pulizia che trasformi il materiale da asportare da costo a opportunità. Non abbiamo la possibilità di occuparci della regimazione (regolazione della portata di un corso d'acqua) ma con Aipo e Consorzio del Mincio sono aperti i confronti. E dalla Regione abbiamo una nuova tranche per definire il deflusso ecologico: a dicembre da UniTrento avremo i primi risultati».

Fonte: Gazzetta di Mantova
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