Un piccolo rospo a rischio estinzione da salvare.
È in corso anche quest’anno l’attività di allevamento dell’ululone dal ventre giallo, al centro «Cristina Crestani» in Cà Matta, struttura del Parco dei Colli sul colle della Maresana.
Fondamentale è stata la collaborazione con i tecnici del Parco delle Orobie Bergamasche, sul cui territorio sono ancora presenti significative popolazioni di questa specie, da anni oggetto di monitoraggio e interventi di conservazione. Già da maggio gli erpetologi incaricati dal Parco dei Colli hanno iniziato l’allevamento dei girini, che vengono fatti crescere in condizioni stabili e protette da ovature prelevate in natura, per essere poi rilasciati in aree in cui le popolazioni di questa specie sono sempre più rarefatte.
Lo scorso giugno da alcune pozze del territorio del Parco delle Orobie, come previsto dal Piano della Regione, è stata prelevata con le Guardie ecologiche volontarie della Comunità montana Valle Seriana una piccola quota di ovature destinate al centro di allevamento. «Il prelievo delle uova da popolazioni in buono stato di conservazione consente di non incidere sul loro effettivo successo riproduttivo; al contempo l’allevamento in condizioni protette permette a un numero di girini molto più elevato di quello che si osserverebbe in natura, per l’ovvia presenza dei predatori, di raggiungere la metamorfosi», spiega Anna Rita di Cerbo, referente scientifico del progetto. L’allevamento delle larve ha ottenuto un successo rilevante, con oltre 500 girini che hanno raggiunto la metamorfosi.
Una piccola parte degli esemplari allevati al centro «Cristina Crestani» verranno mantenuti nell’area outdoor del centro, in apposti stagni controllati, per riuscire nei prossimi anni, quando raggiungeranno la maturità, ad ottenere direttamente la riproduzione in loco della specie; tutti gli altri sono invece destinati alla reintroduzione in natura. Proprio in queste settimane sono in corso le azioni di restocking del 2024, all’interno dell’Oasi Wwf Valpredina e nel sistema di pozze d’abbeverata presenti negli alpeggi della Val Taleggio, dove sono ancora presenti numerose pozze ben conservate, in parte recuperate negli ultimi anni grazie a progetti del Parco delle Orobie, il cui mantenimento è affidato al prezioso lavoro degli allevatori di montagna.