Il clima cambia, piante e animali si muovono, e anche le aree protette nate a tutela della biodiversità dovrebbero muoversi. O meglio dovrebbero essere progettate al di là dei confini e delle politiche dei singoli Paesi, per non essere d'ostacolo al movimento delle specie, in risposta agli impatti climatici nel prossimo futuro. Serve pensare le aree protette come aree dinamiche in sostanza, secondo quanto afferma uno studio appena pubblicato su Environmental Research Letters.