La gestione in rete delle risorse idriche dialogo tra Consorzi e Parco del Ticino

Come utilizzare al meglio l'acqua per le campagne dopo il terribile e siccitoso 2022? Come valorizzare i benefici offerti dall'acqua negli ambienti rurali? A queste domande stanno rispondendo le istituzioni e le organizzazioni agricole di Pavia e del Nord Italia. Nei giorni scorsi il Parco lombardo Valle del Ticino ha presentato a Milano (Cascina Nascosta del parco Sempione) i risultati del progetto quadriennale "Areté, acqua in rete-Gestione virtuosa della risorsa idrica e degli agroecosistemi per l'incremento del capitale naturale", cofinanziato dalla fondazione Cariplo e appoggiato da molti partner, fra cui Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore, Provincia di Pavia, consorzi Est Sesia ed Est Ticino Villoresi, Università degli studi di Milano, l'Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche.

Lo scopo è stato di migliorare la qualità degli ambienti naturali e agricoli, con interventi di riqualificazione ecologica, su un'area che ha come fulcro la Valle del Ticino, ma si estende fino alle colline novaresi, scende verso la Lomellina e a est raggiunge l'Alto Milanese. «L'obiettivo generale - commenta Cristina Chiappa, presidente del Parco lombardo del Ticino - è stata l'ottimizzazione della circolazione dell'acqua per permettere un incremento diffuso della biodiversità e un migliore approvvigionamento da parte delle realtà agricole. L'acqua è stata l'asse portante del progetto, in quanto linfa vitale che alimenta gli ecosistemi e sostiene la biodiversità e che alimenta un reticolo di canali che costituiscono l'apparato circolatorio della nostra pianura. La gestione della risorsa idrica è centrale anche per garantire la ricarica della falda: alimentare il reticolo irriguo e immagazzinare acqua nel sottosuolo significa mantenere in equilibrio idrico le acque superficiali e sotterranee anche a garanzia delle produzioni agricole».

Alla tavola rotonda sulla gestione delle acque superficiali e di falda hanno partecipato, fra gli altri, l'assessore regionale Massimo Sertori, Claudio De Paola, direttore del Parco lombardo della Valle del Ticino, Alberto Lasagna, direttore di Confagricoltura Pavia, Valeria Chinaglia, direttore generale di Est Ticino Villoresi, e Mario Fossati, direttore di Est Sesia. Da parte sua, Cia-Agricoltori Italiani avanza alcune proposte per contrastare la scarsità d'acqua. In primis, si dovrebbe innalzare da 50 a 100 metri cubi la capacità delle vasche di raccolta di acque piovane per uso agricolo realizzate in "edilizia libera". Intervento reputato necessario in quanto il limite stabilito dal disegno di legge risulta insufficiente rispetto alle attuali esigenze. Allo stesso tempo, Cia richiede di istituire un fondo da 200 milioni destinato alle imprese agricole per incentivare la realizzazione delle suddette vasche. Per quanto concerne l'utilizzo delle acque reflue, si propone di renderne strutturale l'autorizzazione abolendo la scadenza attuale al 31 dicembre 2023 e ampliando il periodo di applicazione al triennio 2023-2025. Il piano elaborato da Coldiretti e Anbi punta invece ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all'11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni. Per il direttore di Confagricoltura Lasahgna: « Serve una semplificazione procedurale e serve usare l'acqua almeno dieci mesi l'anno con la pratica delle sommersioni invernali. Lo si dice da un anno, ma pochi atti concreti sono seguiti».