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Il rientro delle piante in affido Hanno sconfitto bruchi e siccità

( 13 Novembre 2022 )

Quasi tutte le piante sono tornate e stanno abbastanza bene. Alcune hanno lottato contro gli attacchi di coleotteri e bruchi, altre hanno perso le foglie, molte sono cresciute e sono state riconsegnate - per le prossime piantumazioni collettive, in primis sabato prossimo al Parco Nord e in un'area individuata a Vittuone - in ottime condizioni, piene di nuovi rami e con tante foglie. Sono più di duemila le piante forestali restituite delle 2.500 consegnate a marzo ad altrettanti cittadini, che hanno avuto il compito di curarle e farle crescere per l'iniziativa "Custodiscimi" del progetto Forestami, che ha l'obiettivo di arrivare a piantare tra Milano e Città metropolitana 3 milioni di alberi entro il 2030. Il bilancio arriva dalla giornata di ieri quando quasi tutte sono state riconsegnate nei 21 punti di raccolta sparsi tra i 9 Municipi di Milano e i Comuni della Città metropolitana.

Molti custodi hanno scelto ieri mattina a Cascina Nascosta, nel Parco Sempione, per restituire le piantine che hanno passato circa sette mesi tra balconi, salotti, terrazzi, giardini e cortili condominiali. Tra loro, Paola Faranda, arrivata con un ciliegio, che ha raccontato una storia travagliata: «Era un rametto, ora ha fatto tante foglie belle larghe». Però, molte presentavano delle macchie marroni e dei buchi. Il problema è stato che «10 giorni fa è stato assalito dai bruchi. Ho cercato di curare la pianta con sapone di Marsiglia sciolto in acqua, e prima di venire qua ne ho uccisi 2, di bruchi. Con il caldo intenso dell'estate si era ammalato, le foglie si accartocciavano e cadevano. Per salvarlo, l'ho trapiantato in un altro vaso sul terrazzo. Ad agosto l'ho spostato all'ombra vicino all'irrigazione di un'altra pianta così che potesse bere da lì, e ho fatto un taglio sul ramo principale dopo aver disinfettato la forbice e poi ho suturato la ferita con colla vinilica e acqua in modo che non marcisse». Il ciliegio, a parte i buchi provocati dai bruchi, sta bene.

Ai tutor che "Custodiscimi" aveva messo a disposizione dei 2.500 custodi in caso di bisogno, da marzo a pochi giorni fa sono arrivate 1.663 mail. Tra i problemi più frequenti segnalati ci sono stati i funghi (spesso quando la pianta viene innaffiata troppo), parassiti (insetti, larve, cimici). Quando necessario i custodi sono stati fatti intervenire direttamente, su consiglio dell'agronomo, manualmente e con l'indicazione di utilizzare sempre e solo prodotti naturali. «C'è chi ha bagnato troppo e chi troppo poco - hanno spiegato i tutor - ma anche l'esposizione solare sui balconi ad agosto ha creato diversi problemi, perché a causa del riverbero dei muri la temperatura è arrivata anche fino a 60 gradi. Circa 50 piante su 2.500 sono morte».

Alcune persone invece hanno proprio il pollice verde, come Gabriella Levato e Ennio Ravà, scesi dalla 94 e arrivati con un olmo bianco enorme tra gli «oooh» di meraviglia dei presenti. Il segreto? Il sistema di irrigazione che, programmato con il timer, annaffia tutte le piante sul terrazzo: «Grazie, siamo molto contenti di questo successo. L'abbiamo tenuto sotto a un ulivo e a una pianta di limoni - spiega la coppia - e aumentando, dandogli acqua anche due volte al giorno quest'estate quando c'era la siccità».

Isabella Dovera, food stylist, è arrivata col suo olmo che invece è stato attaccato dal coleottero: «Dopo i primi mesi in cui l'ho tenuto in casa l'ho spostato nel giardino condominiale - spiega - . Da agosto è stato vittima di vermicelli verdi, ho chiesto aiuto allo staff di Custodiscimi e l'ho curato con l'olio di Neem, poi il coleottero ha mangiato le foglie. Ora quello che vedete sembra un ramo secco ma non lo è, ci sono quattro nuovi rametti e c'è una bella fogliolina».

Per Stefano Boeri, presidente del Comitato Scientifico di Forestami, «queste piante restituiscono il riflesso dell'umanità che le ha custodite e la generosità delle persone, è una cosa bellissima. Lavoreremo sempre di più a contatto coi cittadini. Ora sappiamo che dobbiamo intervenire per evitare i disastri della siccità».

Fonte: la Repubblica - Milano
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