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Il restauro delle foreste: via gli alberi stranieri

( 01 Luglio 2022 )

I boschi della Valle del Ticino e di alcune zone della Lomellina rappresentano un'eccellenza territoriale, ma sono degradati - soprattutto in certe zone - dalla presenza massiccia di specie esotiche invasive, che incidono negativamente sugli equilibri naturali.

Grazie al progetto Arete-Acqua in rete, sostenuto da Consorzi, Università, Legambiente e Fondazione Cariplo, si sono recentemente avviati degli interventi di restauro forestale, con rimozione delle infestanti e rinfoltimenti con piantumazioni di alberi e arbusti autoctoni, allo scopo di ricostituire, per quanto possibile, la vegetazione forestale originaria, caratteristica dell'area. Uno di questi si sta realizzando al bosco delle Faggiole-Isolone, sulla riva sinistra del Ticino. Si tratta espressamente di un intervento di riqualificazione della composizione floristica dei boschi e di conservazione degli habitat Natura 2000. Su una superficie di poco più di 26.000 metri quadrati si è proceduto a realizzare interventi di recupero della composizione floristica di specie autoctone, contrastando, per quanto possibile, le specie esotiche alloctone a carattere infestante.

La specie esotica più problematica nei boschi del Ticino è il ciliegio tardivo (Prunus serotina), specie nordamericana molto "aggressiva", in grado di creare gravi scompensi agli equilibri degli ecosistemi forestali. Al taglio più o meno intenso a carico delle specie esotiche è stato abbinato il rinfoltimento con specie autoctone tipiche di boschi chiusi e ombrosi, al fine di contrastare i ricacci e la rinnovazione di specie non desiderate e di creare una formazione di piante "madri", produttrici di semi, su cui ricostruire una composizione del bosco più equilibrata.

Gli interventi di controllo delle specie esotiche a carattere infestante sono stati indirizzati in modo differente a seconda delle condizioni del bosco. Dove si riscontrava una presenza significativa di specie autoctone, quali farnia, cerro, ontano nero, pioppo nero e pado, oltre a soggetti di platano di grandi dimensioni (specie di facile contenimento e, nel contesto, particolarmente utile a formare una copertura che contrasti lo sviluppo e la diffusione del ciliegio tardivo), si è previsto un diradamento di entità moderata senza nuove piantagioni, favorendo la flora autoctona già presente. Viceversa. nei tratti di bosco con grande prevalenza di specie invasive, in particolare del ciliegio tardivo e della robinia, si sono realizzati tagli localizzati ma intensi, volti alla reintroduzione di specie autoctone.

Questo intervento rientra nell'ambito dell'Azione N.5 - Buone pratiche Parco lombardo della Valle del Ticino - e segue gli indirizzi gestionali e gli obiettivi di miglioramento ambientale indicati dagli strumenti di programmazione e pianificazione del Parco Lombardo della Valle del Ticino.

Fonte: QN - Il Giorno, Legnano
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