Alto Milanese e rogge in un unico parco

Se ne discute da tempo ma non si è ancora trovato una sintesi: eppure si tratta di due entità simili, collocate a breve distanza una dall'altra. Stiamo parlando di due parchi di interesse sovracomunale, il parco Alto Milanese (che si estende sui territori dei comuni di Busto Arsizio, Castellanza e Legnano), con una superficie di 370 ettari, e il parco delle Roggìe (che ricade sui territori dei comuni di Dairago, Magnago, Arconate), con una estensione di 570 ettari. Il primo nato nel 1987, il secondo costituito nel 2007.

Quello dell'Alto Milanese è amministrato da un Consorzio tra i tre comuni, che negli anni ha operato numerose azioni di tutela e miglioramento ambientale dell'area; quello delle Roggìe invece è lasciato alla salvaguardia operata dalle singole amministrazioni interessate. Due parchi con un paesaggio simile: ampie aree boschive in pianura attorno a campi coltivati. Seppure la distanza tra l'uno e l'altro è breve, un chilometro all'incirca, non esiste tra loro una continuità, ma neanche negli anni le aree di un'eventuale congiunzione sono state urbanizzate, preservando in questo modo la possibilità di favorirne una continuazione, peraltro come prevede la Rete Ecologica Regionale. A dividere le due aree azzonate a parco ci sono solo dei campi agricoli.

La congiunzione potrebbe avvenire ampliando i confini del parco Alto Milanese verso sud, nella zona del nuovo ospedale di Legnano e da Busto Arsizio verso Magnago. L'idea di collegare queste due aree è stata rilanciata in queste settimane dall'Ecoistituto della Valle del Ticino con un intervento pubblicato dal suo presidente, Oreste Magni, sulla rivista «La città possibile». «Il collegamento dei due parchi - osserva Magni - consentirebbe il consolidamento di un importante corridoio ecologico che da Legnano, quindi dal fiume Olona, si estenderebbe al Ticino, fondamentale trait d'union di biodiversità tra Alpi e Appennini». Magni si fa portavoce delle istanze delle associazioni ambientali del territorio e chiede ai sindaci dei sei Comuni interessati che «si trovino al più presto delle formule di convenzionamento e di collaborazione tra questi due parchi sovracomunali, superando gli ostacoli normativi presenti in ambito regionale». «Una sinergia di gestione sarebbe un grande passo avanti, considerando il paesaggio del tutto simile tra questi due parchi. Unirli significa creare ricadute positive per entrambi» osserva Magni, il quale boccia invece sul nascere le ipotesi avanzate negli anni scorsi, ovvero di unire questi parchi al parco della Valle del Ticino.