Crusca di frumento, farina integrale di segale, orzo, grano saraceno, frumento, mais e orzo in grani; e poi pane artigianale (di frumento e segale, di frumento e saraceno, di frumento e orzo) e in aggiunta biscotti e crostoni di segale: sono i prodotti che portano la firma dell'associazione di agricoltori «ValcamonicaBio», una realtà che per prima, grazie al Bio Distretto di Valle Camonica (costituito nel 2014), al Parco dell'Adamello e al Comune di Cerveno ha promosso e continua a promuovere la coltivazione dei «paesaggi resilienti».
Dopo il recupero di una serie di terreni ormai incolti da tempo e piazzati tra i 400 e i 1400 metri di quota, i membri dell'associazione, ricorda il presidente del Bio Distretto Gianni Tosana, si sono dedicati «alla coltivazione di cereali, alla costruzione di una filiera produttiva biodiversa ed equilibrata e alla diffusione di pratiche agricole ecologiche e rigenerative». Lo hanno fatto nell'ambito di un progetto triennale sostenuto dalla Fondazione Cariplo, che è stato attuato creando una vera e propria rete formata da istituzioni, strutture agrituristiche, ristoranti e b&b, associazioni, aziende agricole, cooperative sociali e negozi che vendono i prodotti bio. Nel mezzo, oltre a quello dei terreni abbandonati, c'è stato anche il fondamentale recupero dei cereali di montagna a rischio scomparsa, per attuare il quale il Bio-Distretto ha curato la formazione degli agricoltori mettendo a disposizione attrezzature a chi ha deciso di intraprendere questa attività. Con il recupero dei terreni, e la scelta delle colture, spiega ancora Tosana, «si è dato vita a un nuovo paesaggio agricolo, più ospitale e sicuro, e il merito va al lavoro quotidiano degli agricoltori. Tanti di loro sono giovani e hanno scelto di coltivare la montagna creando aziende di piccole e piccolissime dimensioni, anche a carattere familiare». Il presidente del Bio Distretto parla di loro con entusiasmo perché «scambiano tra loro lavoro e attrezzi agricoli, si prendono cura della terra coltivandola con passione e rispetto e contribuiscono alla salvaguardia della biodiversità della Valcamonica. Coltivano cereali di montagna ma anche patate, legumi, piante orticole, viti, meli e producono piccoli frutti e piante officinali».Sui terreni rinati vengono coltivati cereali resistenti seminati su appezzamenti di piccole dimensioni e magari in forte pendenza, senza irrigazione e senza trattamenti chimici, e il pane artigianale che ne deriva, preparato con lievito madre, è una prelibatezza che trova la collaborazione di diversi fornai.
Naturalmente c'è ancora spazio per chi ha in mente una valle bio: per «Coltivare paesaggi resilienti» è possibile contattare l'associazione ValcamonicaBio (telefono 339 8069167; e-mail valcamonicabi@gmail.com), mentre per avere informazioni su progetto di recupero dei terreni incolti ci si deve rivolgere al Parco dell'Adamello (0364 324011; e-mail info@parcoadamello.it). Il Bio Distretto di Valle Camonica fornisce informazioni sul progetto educativo (biodistrettovallecamonica@gmail.com ) e per i materiali educativi si deve contattare la Casa Museo di Cerveno (327 4647200; casamuseocerveno@mail.com)..