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In sella lungo la ciclovia della cultura

Il progetto I dettagli dell'opera da 19 milioni: 872 punti di interesse distribuiti in 27 Comuni. Lavori al via nel 2022 Gori: «Un'infrastruttura di mobilità sostenibile che valorizzerà a livello europeo porzioni di territori sconosciuti»

( 02 Agosto 2021 )

Lasceranno parlare la bellezza manifesta e, dove è soffocata dall'urbanizzazione, ritaglieranno cartoline inedite per i visitatori di Bergamo e Brescia Capitali della cultura 2023. È la ciclovia culturale disegnata dai progettisti di Poliedra (consorzio del Politecnico di Milano), meticoloso lavoro di ricucitura del territorio lungo 76 chilometri, tra Bergamo e Brescia (e viceversa). Questo il tracciato principale, a cui si aggiungono 6 km di sdoppiamento, 19 km di collegamenti e 74 km in 17 anelli culturali complementari tra siti Unesco, centri storici minori, musei, antiche filande, vigneti e chiese di campagna.

In tutto 175 chilometri che toccano 872 punti di interesse distribuiti su 27 Comuni, tre parchi regionali (dei Colli di Bergamo, del Serio, Oglio Nord), tre Plis (del Serio Nord, del Malmera, Montecchi e Colle degli Angeli e Plis delle Colline di Brescia), una riserva naturale (le Torbiere del Sebino).

La città di Bergamo e i suoi Colli sarà collegata a Brescia in un percorso che tocca Seriate, le colline di Costa di Mezzate e Grumello, poi verso il lago d'Iseo, le sue sponde, la Franciacorta, fino a piazza della Loggia. Il progetto vale 19 milioni di euro, realizzato in due step. Il primo consentirà la percorribilità dell'intero itinerario per il 2023, intervento diffuso che vale oltre 8 milioni di euro, sostenuto da Regione Lombardia. Spiega il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: «Questa ciclovia che congiunge i due capoluoghi interpreta il senso della Capitale della cultura che è appunto mettere insieme i territori, lasciando anche qualcosa di permanente, che non si esaurisca con il calendario di iniziative del 2023. È un'infrastruttura di mobilità sostenibile che valorizza porzioni di territori sconosciuti. Non una ciclovia normale, ma culturale, punteggiata dalla possibilità di conoscere, grazie anche ai cantieri culturali e alle installazioni di land art. Crediamo che possa davvero essere un punto di attrazione a livello europeo».

Con la prima tranche di lavori (al via nel 2022) viene reso riconoscibile l'intero itinerario e si mettono in sicurezza 300 intersezioni lungo il percorso. Parte dell'esistente (ciclabili, strade campestri e a basso traffico) viene valorizzato con interventi di manutenzione straordinaria e segnaletica ad hoc, introdotte anche strade a priorità ciclabile. Il primo lotto finanzia la parte clou del progetto, ovvero i cantieri culturali (da soli richiedono 2 milioni di euro) e, risorse permettendo, i primi view point (punti panoramici). La seconda (e ultima) fase prevede le grandi opere pubbliche (come i ponti ciclopedonali), riqualificazione dei fondi, servizi alla ciclabilità, rigenerazione del paesaggio. I tempi sono condizionati dai finanziamenti, «l'investimento di Regione Lombardia raggiunto grazie ad un ordine del giorno bipartisan, ci consente di compiere con certezza il primo step - fa il punto Gori -. In sede di discussione parlamentare, con l'approvazione del prossimo bilancio, potrebbero arrivare altre risorse».

Al centro i patrimoni Unesco (Mura venete di Bergamo, complesso di San Salvatore e Santa Giulia e area archeologica del Capitolium a Brescia), castelli, monasteri, borghi, cascine, spesso seguendo le antiche strade di collegamento (dalla Via Gallica alle prime ferrovie). E ancora, musei, filande e mulini, il patrimonio enogastronomico così come quello immateriale fatto di tradizioni e artigianato. Un focus sulle riserve naturali, i parchi, il lago e i fiumi.

Il percorso è accessibile anche da bambini e adulti fragili e si sviluppa il più possibile lontano da fonti di inquinamento. Il risultato è frutto di un confronto con Regione Lombardia. Dei 76 chilometri di ciclovia, 38,5 vengono confermati, mentre 38,6 km sono stati declinati alla scala locale, tra sentieri da recuperare e vie inesplorate: «La ciclovia di solito è un'infrastruttura lineare e pratica - spiega Christian Novak, responsabile scientifico del progetto e docente di progettazione urbanistica al Politecnico -. Alcuni tracciati esistenti evidenziano infatti questa logica, passando anche in posti "brutti", attraverso zone produttive, lungo strade provinciali. Ma noi dovevamo progettare una ciclovia che fosse culturale». Novak, con il suo gruppo di lavoro, ha individuato e integrato nel percorso «ville, ma anche muretti di sostegno delle viti, colombaie, santelle, elementi di interesse culturale che hanno un potenziale». Un esempio è la villa di proprietà comunale a Carobbio, «in attesa di restauro - spiega Novak -, presenta ingresso esterno in asfalto con strisce bianche, per evitare che la gente ci parcheggi. Il progetto prevede un piccolo intervento sulla pavimentazione, che ridà però dignità a quella piazzetta». E anche il paesaggio viene rammendato: «Tra Tagliuno e Castelli Calepio c'è una chiesina di campagna, un'isola immersa nei campi. Realizzeremo una sorta di viale alberato, costruendo una prospettiva su quella piccola chiesa».

Fonte: Eco di Bergamo
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