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POETICHE VIE PER CHI PREDILIGE IL TREKKING

MOLTI SENTIERI TRA LOMBARDIA, ABRUZZO E UMBRIA SEGUONO SUGGESTIONI IN VERSI

( 25 Marzo 2021 )

I fiumi danteschi raccontano l'Italia. No, non i mitologici fiumi infernali che hanno destato turbamento ai liceali d'ogni tempo, bensì i corsi d'acqua reali ai quali Dante ricorre spesso per le sue figure retoriche. Impossibile citarli tutti. Così, si può scegliere un ideale percorso che parte dal Mincio e porta al Topino passando per il Verde scoprendo luoghi e sapori fuori dalle rotte del turismo di massa. Si può partire da Ponti sul Mincio, allo sbocco del lago di Garda. Le alzaie del fiume sono l'ideale per percorsi poco impegnativi di trekking che in pochi chilometri portano al Castello scaligero che dall'alto vigila sul corso del fiume. Monzambano va visitato lasciando la pista ciclabile che attraversa il Parco regionale. Anche qui un castello scaligero fa da sentinella al borgo. Imperdibile il romantico villaggio di Borghetto di Valeggio, caratteristico per i salti d'acqua, i mulini e le rovine del ponte visconteo. A Volta Mantovana la tappa è Palazzo Gonzaga Guerrieri, trasformato in residenza municipale, e i suoi giardini all'italiana. Sul ponte di Goito sembrano risuonare i versi di Sordello, il trobadore citato nel Purgatorio nato qui. Dopo una deviazione verso il capoluogo si può riprendere il corso del fiume verso Rivalta tra canneti e una fitta rete di canali. Chi ha tempo può visitare l'insediamento etrusco del Parco archeologico del Forcello a Bagnolo San Vito e pedalare in riva al Mincio fino a Governol, dove cade in Po (Inferno, XX, 78). Elemento fondamentale nel Purgatorio è il cammino: le anime sono in migrazione da una condizione all'altra. E non c'è nulla di meglio che conoscere il fiume Verde, in Abruzzo. A Fara San Martino, nel Chietino, l'Itinerario 20 del Parco Nazionale della Majella è adatto a tutti. In un ambiente aspro e roccioso a causa della natura carsica del suolo si raggiungono facilmente le gole di San Martino. Una volta superate, sosta d'obbligo ai ruderi del monastero benedettino di San Martino in Valle, del IX secolo. Le acque cristalline che sgorgano dal monte Acquaviva riaffiorano a valle e sono una risorsa per la comunità: un tempo utilizzate dai lanai, ora per la produzione di pasta. I più preparati percorrano la Val Serviera, impervia e solitaria, «quasi lungo 'l Verde» (Purgatorio, III, 131). Il terzo itinerario inizia da piazza Filippo Silvestri di Bevagna, in Umbria. Il breve tragitto verso le alture di Castelbuono svela il Parco delle Sculture, con opere contemporanee. In campagna, provviste di Sagrantino di Montefalco DOCG e olio extravergine. Anche l'abbazia di Sassovivo, alta su Foligno, riporta all'intatta solitudine e all'assoluto silenzio del Medioevo. A Gubbio, la Rocca anticipa i 908 metri del monte Ingino, dove termina il viaggio «intra Tupino e l'acqua che discende/del colle eletto dal beato Ubaldo» (Paradiso, XI, 43-44). © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: QN - Il Giorno, Nazionale
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