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Bosco urbano al Borromeo paradiso della fauna aviaria

Progetto dello storico collegio in collaborazione con l'Oasi di Sant'Alessio Negli Orti 500 nuove piante per accogliere in città le specie autoctone ambiente

( 07 Marzo 2021 )

Un bosco urbano con oltre 500 nuove piante negli Orti Borromaici per attrarre l'avifauna del territorio. Dal sorbo degli uccellatori al carpino. Dalla rosa canina fino al tasso e alla betulla. E poi zone piantumate ad essenze, un grande prato fiorito per alimentare farfalle e api, sentieri delimitati da siepi di frutti di bosco. Poi questo gioiello verde, incastonato nel centro storico e affacciato sul Ticino, sarà pronto per accogliere quegli uccelli che popolano il Parco del Ticino, ma che non riescono a vivere in città. Un parco urbano di circa 3 ettari che diventerà casa di uccelli insettivori, come l'upupa, lo storno, il picchio, il rampichino, e di uccelli frugivori, come il tordo e il rigogolo. IL PROGETTOÈ un progetto ambizioso quello voluto dallo storico collegio Borromeo e realizzato in collaborazione con l'Oasi di Sant'Alessio, con l'obiettivo di creare una grande area dall'alto valore naturalistico. «Sono state individuate le piante più idonee alla nidificazione e all'alimentazione dell'avifauna - spiega il rettore Alberto Lolli -. Saranno in grado di favorire l'arrivo e la permanenza di uccelli autoctoni. Pensiamo che si potrebbe accogliere anche una trentina di specie diverse».NATURA E CULTURADa tempo il rettore sta lavorando per aprire alla città questo grande polmone verde che diventerà anche luogo di arte e cultura. Le piantumazioni inizieranno la settimana prossima. «Si procederà con le siepi che avranno il compito di tutelare lo spazio verde e, a crescita avvenuta, non daranno la sensazione di una siepe formale, sottolineando la presenza di un confine, ma informale, costituite da essenze autoctone che segneranno l'inizio del bosco - spiega Harry Salamon, dell'Oasi di Sant'Alessio -. Verranno privilegiate le piante da bacche per alimentare uccelli selvatici e, all'interno parco, si creeranno zone piantumate a essenze, mentre i sentieri saranno circondati da siepi di lamponi e mirtilli».Poi Salamon avverte che, nelle prossime settimane, si comincerà lo scavo per il ripristino della darsena. «Al centro degli orti si trova un edificio tardo secentesco già ristrutturato che servirà come punto di ristoro - spiega -. Tra il Ticino e questo edificio c'era la darsena. Non va infatti dimenticato che Pavia, nell'alto medioevo, era una delle città commerciali più importanti d'Europa, poi scavalcata da Genova e Venezia, decadendo definitivamente con la guerra franco spagnola. La darsena rimase probabilmente fino al Settecento». A fine mese è prevista la riapertura degli scavi. Intanto domani, dalle 15 alle 18, inizia il corso di Archeologia cristiana medioevale. Docente responsabile il professor Federico Marazzi, dell'università Suor Orsola Benincasa.

Fonte: La Provincia Pavese, Nazionale
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