Abbattute decine di querce rosse, ma lo scopo è salvare il bosco

Tabula rasa sul Monte Barro dove i boscaioli hanno abbattuto e stanno abbattendo decine di alberi. Non si tratta però di novelli Attila che dove passano non cresce più l'erba. Anzi. Stanno semmai portando a termine un intervento mirato non a disboscare ma a tutelare l'ambiente, nonostante il paesaggio attuale appaia da deforestazione amazzonica. A essere tagliate sono infatti le querce rosse che infestano soprattutto il versante di Valmadrera. E' una specie nordamericana impiantata dagli anni '20 del Novecento per la produzione di legname da opera: è caratterizzata da una crescita più veloce rispetto alle querce indigene, anche grazie alla scarsità di parassiti. «La sua presenza non consente la costituzione di un vero ecosistema forestale, complesso e ricco di specie - spiega Paola Golfari, presidente del Parco del Monte Barro -. La grande capacità di disseminazione e fruttificazione della quercia rossa comporta la scomparsa di ogni altra specie vegetale: il fogliame, ricco di tannino, altera le condizioni del suolo, rendendolo inospitale». Proprio per questo sulle querce rosse pende una sentenza capitale. Grazie agli incassi per il legname venduto, tra l'altro, non è stato nemmeno necessario richiedere finanziamenti, sebbene spostare a valle i grossi tronchi non sia facile. Al posto delle querce rosse verranno piantati altri alberi: «Al termine dell'intervent, che si concluderà entro l'inizio della primavera, verificheremo le modalità di risposta dell'ecosistema forestale - conferma la presidente -. Le superfici in cui si interviene sono infatti circondate dai boschi, e sarà quindi possibile l'insediamento di specie ecologicamente coerenti». Ad esempio tigli, ciliegi, olmi, aceri, carpini bianchi, querce di farnia e rovere, maggiociondoli, faggi, frassini, castagni, sorbi montani. Bisognerà anche continuare a eliminare le piantine di quercia rossa superstiti e che si origineranno dalle ghiande ora al suolo e limitare la diffusione delle infestant, stando attenti anche agli incendi, le cui cicatrici sono visibili in molti punti.