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Siamo a un passo dal Parco Sud La natura ci aiuta

( 18 Novembre 2020 )

Ci risiamo. Di nuovo catapultati in un lockdown il cui orizzonte temporale ci lascia, se possibile, ancora di più disorientati, avendo davanti a noi il buio dei mesi più freddi e l'incertezza della primavera.
Ancora una volta, lo sguardo vaga oltre le finestre, stupiti della natura che, stavolta, entra nel letargo stagionale. Ed è proprio la natura che ci ha salvato dal primo distanziamento. ● I segue dalla prima di Milano Ammirandola nell'evolversi delle stagioni, abbiamo ridato un senso alla clausura forzata. E anche stavolta la natura ci salverà? Per sostenere anche l'anima da un 2020 che pare stregato, dobbiamo occuparci di ciò che ci sta intorno e ci fa stare bene: gli ambienti naturali.
Per questo siamo rimasti stupiti della veemenza con cui è stata accolta la decisione assunta dal Parco Agricolo Sud Milano che, finalmente, ha potuto completare il percorso atteso da vent'anni, istituendo il parco naturale all'interno dei propri confini. Parliamo di oltre 8.300 ettari di aree agroforestali, destinate a funzioni prevalentemente di conservazione e ripristino dei caratteri naturali.
In un parco a vocazione agricola, dove l'85% del territorio è di coltivo agricolo, conservare le aree naturali e tutelare le nuove rinaturalizzazioni è necessario, oltre ad essere un dovere per mantenere attiva la rete ecologica indispensabile per la salvaguardia della biodiversità.
E allora poco si comprendono le polemiche nate attorno all'individuazione delle aree. La legge nazionale 394/91e la legge regionale 83/86, dedicate alle aree naturali, indicano la via ai parchi per decidere come salvaguardare gli ambienti naturali, anche quelli già tutelati come i Sic-Siti di importanza comunitaria e i monumenti naturali, le oasi riconosciute dalla Regione e le lanche del fiume Lambro, ma anche fontanili, boschi igrofili, laghi di cava e marcite.
Un campionario che rende il Parco Agricolo un unicum, con natura all'interno del territorio agricolo.
Costruire natura e coltivare, preservando per prima la risorsa suolo, dovrebbe costituire un valore aggiunto di tutti. Per preservare il pianeta serve un taglio delle emissioni, di cui anche l'agricoltura deve occuparsi, per un modello che guardi alla sostenibilità ambientale delle filiere, alla promozione dell'economia circolare nel settore.
Non siamo ancora alle battute finali del riconoscimento del parco naturale. È necessario ancora qualche passaggio. Non sprechiamo l'occasione di lanciare proprio dalla Città Metropolitana una nuova alleanza tra ambiente ed agricoltura. Considerata la pandemia, senza "ammortizzatori" ambientali non se ne esce. Perché se c'è una cosa chiara in questo periodo è la nostra fragilità in relazione con i cicli naturali del pianeta. Correre ai ripari prevenendo la perdita di biodiversità e aumentando le difese territoriali, anche ma non solo sanitarie, è un obbligo a cui non possiamo sottrarci.

Fonte: La repubblica, Milano
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