Navigare l'Adda partendo da Lodi per attraccare a Pizzighettone

Una nuova imbarcazione per navigare da Lodi a Pizzighettone. È uno dei progetti al centro delle attività che il Parco Adda Sud punta a realizzare.

È quanto emerso dall'ultima riunione del Parco tenutasi lunedì scorso nel capoluogo. «Chiudiamo con un avanzo di amministrazione di tutto rispetto, pari 1.552.038,54 euro - spiega il presidente Francesco Bergamaschi -, che ci consente di guardare al futuro con una certa serenità».

L'avanzo di amministrazione però non può essere utilizzato per le spese correnti, pertanto il Parco non può utilizzarlo per ridurre il contributo richiesto agli associati. «Parte dell'avanzo (450.797,70 euro) viene applicato per far fronte a svariate necessità, tra cui il corposo cofinanziamento delle opere previste progetto generale "Fruire il Parco con Brezza", finanziato dal bando emblematico Cariplo 2018 per circa 320 mila euro - precisa -, nel dettaglio 170 mila previsti fin dall'origine, più 150 mila di maggior impegno per l'imbarcazione da crociera sull'Adda; inoltre si è chiusa la conferenza dei servizi per la realizzazione del "Percorso naturalistico Zelo Buon Persico - Merlino", sul progetto definitivo, per un quadro economico di 221 mila euro - prosegue - e analogamente si è dichiarata la pubblica utilità ed avviata la conferenza dei servizi per la realizzazione dell'intervento denominato "Percorso naturalistico Lodi-Abbadia Cerreto", per un importo, di quadro economico, pari a 538.643,40 euro».

Quindi il riferimento alla nuova imbarcazione per il fiume Adda: «Dobbiamo approvare il progetto per la fornitura della nuova imbarcazione turistica, studiata ad hoc per poter solcare l'Adda da Lodi a Pizzighettone». Lungo quel tragitto infatti alcuni punti sono difficilmente navigabili a causa dell'acqua bassa: da qui la necessità di un particolare mezzo. «Inoltre siamo in procinto di adottare una nuova applicazione informatica per mettere a sistema l'intera offerta turistico-ricettiva del nostro territorio», spiega il presidente che conclude: «Partendo dall'attività conservativa svolta, occorre promuoverne la fruizione, d'intesa con le categorie ricettive, per attrarre turismo "fuori porta" e onorare le eccellenze del territorio, agroalimentari e non, insieme alle zone umide, ricche di biodiversità; bisogna cercare di rendere fruibili al pubblico, fuori stagione venatoria, anche le riserve di caccia che, storicamente sottratte all'agricoltura, presentano la miglior composizione naturalistica, pensando a una mobilità dolce, a piedi e in bicicletta, che assaggi i nostri luoghi, in una gradevole esperienza multisensoriale, che ispiri la voglia di tornare ed il passaparola promozionale».