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Sulla riva al canale Villoresi nascerà una riserva naturale

( 20 Marzo 2020 )

ILPROGETTO Via rifiuti e infestanti, spazio a piante e animali autoctoni

BUSCATE - Se sia un parco pubblico o piuttosto una piccola riserva naturale, il tempo per stabilirlo non mancherà di certo. Comunque sia, non cambia né cambierà di una virgola la sostanza di un intervento che da qualche giorno è iniziato in riva al canale Villoresi. In una zona boschiva di circa 7mila metri quadri, che si trova al limite nordoccidentale del centro abitato, confinante per un lato con via Carducci e per l ' altro con il corso dello stesso canale, sono partiti da un paio di giorni i lavori di riqualificazione forestale e ambientale che hanno comportato la chiusura temporanea di un tratto dell ' alzaia: durerà meno di 10 giorni, fino a venerdì prossimo, 27 marzo. Oltre a cambiare il volto di un angolo neppure troppo piccolo del paese, contribuirà primariamente alla salvaguardia delle specie autoctone, sia animali che vegetali. Habitat da ricostruire L ' iniziativa che sta cominciando a prendere forma proprio in questi giorni vede tra i suoi promotori una cordata di enti il cui capofila è il Parco lombardo della valle del Ticino. Tra i partner figurano anche il Consorzio Est Ticino Villoresi, Legambiente, l ' Università degli Studi di Milano e l ' Irsa ossia l ' Istituto di Ricerca sulle Acque interno al Cnr, il più noto Consiglio Nazionale delle Ricerche. Grazie ad un finanziamento da 1,25 milioni di euro attinti tramite il bando Capitale Naturale 2018 di Fondazione Cariplo, già lo scorso anno venne varato il progetto " Aretè, Acqua in Rete " , il quale, seguendo una delle varie iniziative in cui è articolato, ha portato all ' individuazione di un triangolo verde in quel di Buscate per realizzare " un intervento di miglioria forestale, con eliminazione delle piante alloctone e messa a dimora di piante autoctone, selezionate con il settore boschi e fauna del parco del Ticino affinché una giusta vegetazione crei un habitat adeguato alla nidificazione di specie autoctone " . Nidi e sentieri per imparare Una volta conclusa la sostituzione delle piante allogene, ossia importate a favore delle essenze autoctone, ovvero tipiche del territorio e in generale del Parco del Ticino, il progetto prevede tra le altre cose il posizionamento di cassette sugli alberi perché possano offrirsi come nidi per i volatili e il tracciamento di sentieri naturalistici da utilizzare nel rispetto della natura: «Verranno anche eseguiti monitoraggi ambientali di tipo sia faunistico che vegetazionale prima e dopo l ' intervento al fine di stilare un report sulle specie presenti sul territorio», spiegano i promotori. Inoltre, spiegano che all ' ingresso di questa sorta di riserva-parco, «sarà posata una bacheca informativa relativa all ' intervento specifico e all ' intero progetto di cui questo è un tassello prezioso, verrà creato un ulteriore sentiero di attraversamento ortogonale a quello esistente, verrà pulito il sottobosco, così che anche le scuole possano eventualmente utilizzarlo per la didattica». Pulizia e nome Che sul lato dell ' educazione ambientale ci sia molto ancora da fare lo dice la quantità di rifiuti rinvenuti a inizio lavori all ' interno del boschetto e subito stigmatizzati dal sindaco Fabio Merlotti, che da anni ha il suo bel daffare ad arginare il fenomeno dell ' abbandono di rifiuti nei boschi e che ora dovrà pensare ad un nome definitivo per il nuovo spazio verde, provvisoriamente ha già battezzato: " Parchetto Villoresi " . Carlo Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: La Prealpina, Nazionale
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