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La trota lacustre sta vincendo la sua lotta per non estinguersi

( 11 Luglio 2019 )

ECOLOGIA. Risultati positivi dal progetto di tutela iniziato due anni fa fra le rive del lago e il fiume Toscolano«Cresce il numero delle femmine che arrivano a deporre le uova» Ma la scarsità d'acqua sul torrente ostacola gli esemplari più grossi

C'è una luce in fondo al torrente per la trota lacustre, la splendida specie autoctona del Garda che rischiava di estinguersi per la difficoltà, fra tante altre cause, di risalire i torrenti a riprodursi.Grazie al Progetto «Lacustre», realizzato dal Comune di Toscolano Maderno, Comunità montana, Provincia, Fondazione Cariplo e pescatori dell'associazione La Fario Zps, in due anni il torrente Toscolano è tornato ad essere più percorribile e le trote lo risalgono per riprodursi, anche se la scarsità d'acqua e i problemi con la centrale elettrica non hanno ancora consentito di ricreare condizioni perfettamente ideali.«LE RISPOSTE sono confortanti e gli incrementi tangibili. Alla foce del torrente Toscolano sono state accertate mediamente 100 femmine all'anno del peso medio di 4 chili - spiega Emanuela Lombardi, responsabile della comunicazione di progetto della Comunità montana Parco -. Ognuna di queste femmine genera, dopo 3 anni, circa 16 riproduttori da un chilo ciascuno. Questo ci dà i numeri del possibile incremento nei prossimi anni di un "capitale naturale" importante».Nello studio si è anche constatato che la trota selvatica ha la possibilità di risalire il fiume, attività che invece non è stata riscontrata nelle trote immesse artificialmente nel lago di Garda.VALORE ECOLOGICO importante, quello del torrente di Toscolano che potrebbe incrementarsi se la portata d'acqua non fosse condizionata dai rilasci minimi della diga di Valvestino. In stagioni di siccità, a causa dei modesti apporti idrici degli affluenti del torrente, gli esemplari più grossi non riescono a risalire per riprodursi.Ma i dati intanto dicono che quanto fatto sul Toscolano funziona, e si potrebbe «esportare» l'idea anche su altri torrenti del Garda.Ma non solo. Da queste incoraggianti osservazioni è stato sviluppato dalla Comunità montana Parco alto Garda un'altra idea, in collaborazione con Unione pescatori bresciani, Slowfood Lombardia e Gal Garda Valsabbia: un modello di pesca sostenibile denominato «Pesca 4.0».«È in fase di perfezionamento - anticipa Emanuela Lombardi - un intervento di ampio respiro, con partner pubblici e privati. Questa idea si collega anche a un altro progetto che vede impegnato il Parco Alto Garda come soggetto attivo per il territorio». La Comunità montana dell'alto Garda, infatti, è partner del progetto Ecopay Connect 2020, attivato grazie bando «Capitale Naturale 2017» promosso sempre da Fondazione Cariplo: «Il progetto intende valorizzare e proteggere la connessione ecologica del sistema di acque ambienti dei bacini idrici del lago di Garda e dei fiumi Mincio e Oglio».

Fonte: Brescia Oggi
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