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Mille volontari di notte e giorno per mettere in salvo 50 mila rospi

( 24 Giugno 2019 )

Lago d'Endine Per tutta la primavera l'operazione coordinata dalle guardie ecologiche L'obiettivo: permettere agli anfibi di superare la provinciale 76 durante la loro migrazione

Ha avuto un bilancio molto positivo la campagna, conclusasi qualche giorno fa, per il salvataggio degli anfibi del lago di Endine. Quest'anno sono stati salvati complessivamente quasi 50 mila anfibi.

Tanti volontari hanno partecipato nell'arco di circa 40 giorni alle operazioni che dal 1992, si svolgono sotto la regia degli esperti della stazione sperimentale per lo studio e la conservazione degli Anfibi del lago di Endine (istituita nel 2005 dalla Regione Lombardia) e con il coordinamento delle guardie ecologiche volontarie (Gev) della Comunità montana dei Laghi Bergamaschi. Circa 1.000 persone al giorno, suddivisi in gruppi, a turni e anche di notte hanno operato con le Gev delle Comunità montane della Valle Camonica, della Valle Seriana, della Provincia di Bergamo, del Parco del Serio e del Parco nord Milano, oltre a sette classi delle Scuole elementari, l'associazione Judo Body Park Bergamo, il gruppo scout di Valtesse e Legambiente Valle Cavallina. In tutto le operazioni di salvataggio degli anfibi, aiutati ad attraversare la strada provinciale 76, sono durate circa 40 giorni.

I volontari erano dotati di secchi, stivali, giubbini catarifrangenti, di torce elettriche e guanti in lattice. La modalità di superamento della strada è stata facilitata da barriere protettive e da 11 sottopassi. «Quest'anno - riferisce il naturalista Giovanni Giovine, coordinatore della stazione sperimentale Anfibi del lago di Endine - sono stati salvati quasi 50 mila anfibi, un record rispetto agli anni passati». Sono stati salvati oltre 40 mila esemplari di rospo comune (Bufo bufo) che rappresenta il maggior numero di anfibi (88%) della zona. Di questi sono stati salvati il 62% nello spostamento da monte a lago e il 38% da lago a monte. Salvati anche oltre tremila esemplari di Rana agile (76% verso lago e 24% verso monte) e oltre duemila esemplari di Rana di Lataste (71% verso lago e 29% verso monte). Salvati anche qualche centinaio di esemplari Rana verde minore, di Tritone crestato italiano e di Tritone punteggiato. Segnalata anche la presenza della Salamandra pezzata, della Rana montana e della Raganella italiana.

Gli esperti stimano che nell'area dell'alta Valle Cavallina compresa tra il lago di Gaiano e Casazza, in particolare sui versanti nord-ovest del Monte Torrezzo e del Monte Ballerino, sia presente una delle più consistenti popolazioni di anfibi della Lombardia che, ogni anno all'inizio della primavera, dà luogo alla migrazione per il ciclo riproduttivo. La grande ricchezza del patrimonio naturale della Valle Cavallina ha indotto la Regione a definire questo territorio «Area di Rilevanza Naturale ed Ambientale». Nel 2001, dopo una serie di studi, la sponda orientale del Lago di Endine è stata classificata anche «Area di Rilevanza Erpetologica Nazionale» per l'abbondanza di erpetofauna (sono state censite 12 specie di anfibi e 9 specie di rettili). Infatti, oltre a diverse specie di rettili sono presenti, tra gli anfibi, il Tritone punteggiato, il Tritone crestato italiano, la Rana agile, la Rana verde ed il Rospo smeraldino e la più numerosa popolazione conosciuta in Lombardia di Rospo comune (Bufo bufo) e colonie di Rana di Lataste, che rappresenta un endemismo della pianura padana.

«Siamo contenti che l'iniziativa, in origine chiamata Sos Bufo bufo, promossa dalla nostra associazione negli anni '90 - riferisce il direttore della Riserva naturale Valpredina Enzo Mauri - prosegua ogni anno grazie alle Gev della Comunità montana con l'obiettivo di conservazione degli anfibi della zona. È una dimostrazione concreta di salvaguardia della biodiversità. Il Wwf in questi anni è partner del progetto Life Gestire 2020 e collabora con la Stazione sperimentale Anfibi del lago di Endine per migliorare la sensibilità dei cittadini e delle istituzioni sulla conservazione della biodiversità oltre a contribuire direttamente con progetti nell'area della Riserva Naturale di Valpredina, dove sono stati realizzati stagni per gli anfibi, finalizzati anche a studi e ricerche».

Fonte: Eco di Bergamo
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