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Strada ormai obbligata: far rivivere Mincio e laghi

( 12 Aprile 2019 )

8rogetto "EcoSustain" Dal confronto diretto alle proposte concrete

Da anni si susseguono i tentativi di risanare il patrimonio naturale delle acque dei fiumi e dei laghi di Mantova. I problemi non sono ancora stati risolti ma alcuni passi si stanno compiendo. Ecco, per esempio, i recenti esiti dei monitoraggi sulla qualità delle acque effettuati dalle boe multiparameriche posizionate in cinque parchi euroepei, L'Albufera (Spagna), Park Krka (Croazia), Una (Bosnia), Lago Karla (Grecia) e Parco del Mincio (Italia), sono stati illustrati a Mantova durante il convegno di conclusione di "EcoSustain", progetto transnazionale per la conservazione degli ecosistemi naturali nelle cinque nazioni coinvolte nel progetto. I relatori - dottor Matej Plenca dell'Università di Rijeka, dottor Darko Herak (RGO), professoressa Ifigenia Kagalou, presidente dell'area protetta Karla, professor Marco Bartoli dell'Università di Parma, dottoressa Monica Pinardi del CNR Irea - hanno evidenziato come il sistema, fondato sul rilevamento non-stop di parametri (quali la temperatura dell'acqua, il Ph, l'ossigeno, la conduttività, la torbidità e l'azoto) abbia restituito dati quanto mai decisivi per l'analisi degli impatti provocati dall'uomo e dai cambiamenti climatici sul sistema delle acque, anche in funzione dell'adozione di misure tempestive, mirate a scongiurare eventi critici o estremi. I rilevamenti vengono infatti elaborati sotto forma di grafici multiparametrici alimentati da dati continuamente implementati e consultabili online sul sito www.ecosustain.info "Il progetto "EcoSustain" ci ha permesso di ottenere informazioni importanti sulla qualità delle acque - ha spiegato il presidente del Parco del Mincio, Maurizio Pellizzer - ora abbiamo consapevolezza di quel che possiamo fare, in sinergia con le istituzioni preposte ai monitoraggi, per intervenire non solo in casi di criticità ma potendo anche operare attraverso le azioni che stanno alla base del Contratto di Fiume, progetto partecipato che abbiamo deciso di condividere con 66 enti ed associazioni per migliorare il bacino del Mincio". Nel caso del sistema di acque che riunisce le Valli del Mincio e i laghi di Mantova, trenta mesi di monitoraggi attraverso le boe multiparametriche posizionate a Rivalta sul Mincio, nei pressi della Vasarina, del Ponte di San Giorgio e a Diga Masetti, hanno permesso di individuare con precisione come, da monte a valle del sistema, in determinate condizioni possa verificarsi uno scarto termico di 8° gradi (da 25° rilevati a Rivalta a 33° rilevati a Diga Masetti nei mesi estivi). Contrasti Osservabile in tempo reale anche la concentrazione di ossigeno nelle acque, strettamente correlata alla quantità di fitoplancton presente: "Fino a Rivalta la qualità è accettabile - ha spiegato il professor Marco Bartoli dell'Università di Parma, esperto incaricato del Parco del Mincio - ma non sono accettabili a Diga Masetti: in generale nel basso Mincio l'acqua soffre di un'eccessiva torbidità e di una cattiva qualità biologica". Il sistema ha permesso di rilevare tre eventi di anossia , durante i mesi estivi, nei laghi di Mantova. L'obiettivo è ora quello di attivare un sistema di alert che consenta di riportare in equilibrio il sistema delle acque in caso di criticità e di sofferenze. Le prospettive, allo studio dei vertici del Parco del Mincio, riguardano infatti l'integrazione dei sistemi di monitoraggio in unico database di valutazione dello stato di salute del Mincio, l'analisi dei dati per studiare le dinamiche di causa-effetto e la gestione dei momenti di carenza idrica attuando interventi di governance finalizzate a contenere le ricadute sull'ambiente. La tavola rotonda mantovana, che ha chiuso i lavori ed è stata moderata da Guido Piccoli, ceo di Alot, ha quindi aperto nuovi orizzonti sul recupero e sulla tutela delle acque. Dalla speranza alla concretezza?

Fonte: La Nuova Cronaca di Mantova
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