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Futuro incerto per l'Arpia

( 15 Giugno 2022 )

L’arpia (Harpia harpyja) è uno dei più maestosi rapaci al mondo. Tuttavia, a dispetto delle dimensioni, della sua forza e del fatto che vive nelle foreste più selvagge del Pianeta, quest’aquila è una delle specie ornitiche più minacciate.


L’apertura alare può raggiungere, nelle femmine, i due metri e il peso è davvero ragguardevole se pensiamo che alcuni individui posso raggiungere i 13 kg. Ma è la sua forza muscolare a renderla una vera e invincibile predatrice, tanto forte e agile nel folto della foresta da prendere bradipi, scimmie e uccelli, che rientrano tutti nella sua dieta.

L’arpia è diffusa dal Messico meridionale sino alle foreste del Sud America, ma nonostante l’areale sia molto esteso a destare preoccupazione sono le consistenze delle popolazioni, davvero esigue.
Un recente studio condotto da un team di ricercatori di Panama, Colombia, Argentina e Brasile ha evidenziato una forte e massiccia persecuzione umana nei confronti di questo maestoso rapace. L’articolo, fresco di pubblicazione sulla prestigiosa rivista Journal Raptor Research, evidenzia un notevole numero di casi di uccisione di questi animali da parte dell’uomo, che attribuisce all’arpia la responsabilità delle perdite tra i capi di bestiame.
Persino a Panama, dove è simbolo nazionale, l’Arpia subisce numerose persecuzioni dirette e i dati sono impietosi, se si pensa che nell’89% dei casi questi attacchi da parte dell’uomo si rivelano letali.

Per migliorare questo minaccioso status, l’unica speranza è trasformare la meravigliosa arpia in un simbolo, in una specie target di riferimento per il turismo naturalistico e il birdwatching. Inoltre, si dovrebbero implementare campagne di sensibilizzazione e strategie di educazione ambientale che spieghino l’importanza ecologica della specie.

Un altro studio, condotto nel 2015 in Brasile su questa specie e pubblicato sulla rivista Brazilian journal of biology, ha mostrato la grande vulnerabilità dell’arpia rispetto ai cambiamenti ambientali.

La perdita costante di superficie forestale sta riducendo le prede di questo rapace che trova sempre maggiori difficoltà nel cacciare se non vi è abbondanza di prede. Lo studio condotto nella foresta brasiliana, lungo il fiume Xingu, ha evidenziato che la maggior parte delle prede erano bradipi, primati e istrici, che hanno abitudini arboree e vivono nelle aree forestali più chiuse. Le foreste, che perdono sempre più terreno e si diradano progressivamente potrebbero in futuro far mancare le prede a questa grande aquila.

Ancora una volta la ricerca sugli uccelli evidenzia problemi che, se non risolti, potrebbero portare rapidamente questa specie all’estinzione.

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