Condividi
Home » News

Giornata Nazionale degli Alberi 2020

( 24 Novembre 2020 )

Sabato 21 Novembre 2020 si è tenuta la Giornata nazionale degli alberi, che ormai ha raggiunto la sua ottava edizione.

Come ogni anno, è stata una preziosa occasione per ragionare sul valore che gli alberi ricoprono nella nostra vita, in modo diretto e indiretto. Fortunatamente, sempre più persone sembrano rendersi conto dei benefici che offre all’ambiente ogni singolo albero, mentre cresce la consapevolezza dei problemi che stiamo affrontando dal punto di vista climatico. Ma una giornata come questa non dovrebbe servire soltanto a ricordarci del cambiamento climatico: potrebbe essere l’occasione di farci scoprire qualcosa in più su questi incredibili esseri viventi.

Gli alberi come li conosciamo oggi sono i discendenti di una lunghissima stirpe di vegetali che hanno cominciato la loro avventura sulle terre emerse nel Carbonifero, circa 350 milioni di anni fa. Lo sappiamo grazie ai ritrovamenti di enormi tronchi fossili che mostrano strutture simili a quelle degli alberi attuali, anche se più primitive. Inoltre, alcuni degli alberi che si sono decomposti in questo periodo (in condizioni particolari) hanno dato origine al petrolio, quindi ricordatevi di ringraziare loro la prossima volta che salirete in macchina o userete un oggetto di plastica. All'inizio del Carbonifero vedere un albero come lo intendiamo oggi non era qualcosa di molto comune, anzi dev’essere stato piuttosto strano ed insolito. Il resto della vegetazione aveva un aspetto piuttosto semplice ed umile, perché il terreno era prevalentemente coperto da felci e muschi, ma non vi erano molte piante a svettare sull’orizzonte.

Ad un certo punto, alcune piante imparentate con le felci, ovvero gli equiseti, svilupparono una struttura del fusto rivoluzionaria che consentiva a queste piante di crescere a dismisura in altezza, dagli 8 ai 20 metri. Questo adattamento si dimostrò vincente, perché consentiva loro di guardare le altre piante dall’alto in basso ed assicurarsi una quantità di luce sufficiente. L’unico problema che presentava questo gigantismo era dovuto al vento, che spesso con la sua forza poteva far spezzare il fusto sotto il suo stesso peso. Per fortuna comparve il midollo, una struttura di rinforzo robusta ma flessibile che si trova ancora oggi al centro del tronco di molti alberi.

A questo punto gli alberi hanno cominciato a diffondersi a macchia d’olio sul nostro pianeta, senza dubbio anche agevolati dal fatto che i continenti erano allora uniti e che il clima era piuttosto omogeneo. Una piccola curiosità sulle foreste di questo periodo riguarda i prati: ebbene, non ce n’erano affatto! Infatti i dinosauri che vivevano in questo stesso periodo hanno camminato a lungo sul terreno nudo, o tuttalpiù coperto da muschio, perché le erbe attuali discendono a loro volta dagli alberi e ci è voluto un po’ di tempo prima che questi si rimpicciolissero. Inoltre, è probabile che gli alberi del Carbonifero non avessero frutti carnosi, ma coni simili alle pigne degli abeti, dei pini e dei cedri attuali.

La comparsa degli alberi da frutto è successiva e deriva dagli alberi che fecero per primi uso dei fiori nella loro riproduzione. La comparsa dei fiori e dei frutti fu a sua volta rivoluzionaria, perché permise una vastissima specializzazione degli alberi che avevano assunto la capacità di cooperare con gli animali. Infatti un albero è costretto alla sedentarietà ed all’immobilità, e questo potrebbe pregiudicare la pianta dal diffondere la sua discendenza in nuovi territori. Per risolvere questo problema, i primi alberi affidavano al vento il loro polline ed i loro semi, riuscendo solo in parte a superare l’ostacolo, perché questo metodo si dimostrava spesso imprevedibile e casuale. Al contrario, attraverso i fiori gli alberi possono collaborare in modo molto preciso con una tipologia di animali, come ad esempio le api. Attraverso il comportamento e la mobilità dell’animale scelto, il polline della pianta riesce a raggiungere le sue simili ed avviene così la fecondazione, che in molti casi porta alla nascita di un frutto. Il frutto contiene da un lato le sostanze di riserva per il seme, ma contiene anche delle sostanze nutritive ed appetibili per gli animali, che possono così trasportare dentro di sé il seme e diffondere così la pianta dove magari non era mai giunta prima. Grazie a questi geniali accorgimenti, gli alberi si sono diffusi quasi in qualsiasi ambiente. Pensate all’abete della tundra più fredda ed al cactus del deserto più torrido: sembrano piante del tutto diverse, ed invece sono due alberi che solo in apparenza sono differenti, ma nel funzionamento sono molto più simili di quanto potremmo credere.

Ci sono ancora molte cose che non sappiamo sugli alberi, soprattutto sulle loro forme di comunicazione con l’ambiente circostante. Soltanto di recente è stato scoperto che sono in grado di scambiare tra di loro ormoni e sostanze nutritive attraverso le radici, ma non conosciamo ancora le modalità secondo cui questo avviene. Sappiamo anche che possono disporre di una molecola volatile, l’etilene, che viene utilizzata per comunicare velocemente con gli alberi vicini, ad esempio per avvertirli dell’imminente attacco di un parassita.

Questi sono gli alberi: li vediamo ogni giorno senza osservarli, mentre forse loro ci osservano senza vederci. Siccome non si muovono tendiamo a sottovalutarli o a dare per scontato che esistano per noi. Eppure essi non dipendono da noi, semmai è il contrario: erano qui prima di noi e probabilmente rimarranno anche dopo.

Giornata Nazionale degli Alberi 2020
Giornata Nazionale degli Alberi 2020
 
logologosistemaparchi
in collaborazione con:
logologo
arpalombardia istruzione lombardia flanet federparchi cets ersaf
© 2024 - AREA Parchi
c/o Cascina Centro Parco - Parco Nord Milano
Via Clerici, 150 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)
Tel. 02/241016219 - Fax 02/241016220
Email: areaparchi@parconord.milano.it